Ardea continua a bruciare. Ancora un incendio nella notte, di origine al momento sconosciuta, ha colpito due autovetture di grossa cilindrata. Questa volta a prendere fuoco non sono state le auto di politici come sindaco, assessori e consiglieri, né di giornalisti o di ex tutori dell’ordine, bensì due vetture di privati cittadini, di cui una con targa straniera, parcheggiate nel quartiere Nuova California, in via Po, all’altezza del civico 10. Si tratta di un Suv con targa bulgara e di una Honda station wagon. Sembra che il fuoco si sia sprigionato intorno alle tre della scorsa notte. Sul posto i vigili del fuoco e i carabinieri della locale stazione, seguiti da altri uomini e mezzi delle varie caserme di zona. Ormai Ardea sembra essere sempre più “riscaldata”. Le cause sono ancora ignote, ma le indagini sono già iniziate anche se oggi alle 14.00 i proprietari delle autovetture erano ancora in caserma per formalizzare la denuncia riguardo all’accaduto. Ormai le vetture bruciate nel Comune di Ardea non si contano più, e la strategia del fuoco sembra essere tra le preferite di quelli che sono ancora “ignoti” e che nel tempo hanno colpito di tutto, da uffici comunali ad attività commerciali. Anche questa volta le indagini sono a tutto campo e sono svolte dai militari della stazione di Tor San Lorenzo, gli stessi che, guidati dal Luogotenente Antonio Leggiero, hanno assicurato alla giustizia l’autore dell’incendio delle autovetture parcheggiate qualche mese fa su via Campo di Carne di proprietà di un carabiniere e di un finanziere. Questo risultato lascia ben sperare che si possa in tempo rapido assicurare alla giustizia anche gli eventuali autori di questo ultimo incendio, che – pur non escludendo nessuna ipotesi – a primo impatto non sembrerebbe essere fortuito, anche se, a fuoco spento e a lamiere fredde, le autovetture sono state coperte dagli inquirenti con un telo e lasciate in loco: questo potrebbe far pensare che l’incendio non venga, almeno al momento, ritenuto doloso, altrimenti le auto sarebbero state poste sotto sequestro giudiziario come è avvenuto per quelle delle altre vittime.
Luigi Centore