Il 7 Gennaio è nata l’Associazione Turistica “Pro Loco Ardea Mare”, un’associazione di volontariato senza scopo di lucro, fondata e composta – come spiegano gli stessi fondatori – da cittadini stanchi del degrado, decoro sociale e dai continui disservizi primari.
“Lo scopo della Pro Loco – fanno sapere attraverso una nota stampa – è quello di valorizzare il territorio dal punto di vista culturale, paesaggistico, storico, archeologico, sportivo e ridestare l’interesse dei cittadini di Ardea stessa e di tutti i visitatori per tutte le attrazioni che offre il nostro territorio. L’obiettivo principale è quello di migliorare la qualità di vita della nostra Città. Fondamentale è la rivalutazione per lo sviluppo del turismo, partendo dall’utilizzo e riqualificazione delle risorse naturali del nostro territorio, e soprattutto dal Litorale ardeatino. La Pro Loco vuole rendere partecipi tutti i cittadini, visitatori e turisti, in modo di far conoscere il territorio di Ardea in tutti i suoi aspetti, mediante, seminari, convegni, eventi culturali, visite guidate nel campo archeologico, gite turistiche ed escursioni socio-culturali, le meraviglie e la maestosità della nostra Città rutula dal punto di vista storico-mitologico, turistico e gastronomico attraverso sagre e corsi di cucina. Vogliamo dare una svolta decisiva per uscire dal cronico squallore generale del nostro territorio, attraverso una collaborazione attiva e concreta da parte delle istituzioni locali e soprattutto da parte di tutti i cittadini, che dovranno essere partecipi e propositivi al cambiamento”.
La “Pro Loco Ardea Mare” sta organizzando eventi per bambini, ragazzi e adulti, attraverso, manifestazioni ludico-sportive, feste di quartiere, mostre d’arte, fiere, incontri e scambi culturali, sia ad Ardea che con i Comuni confinanti.
“Ardea – commenta il presidente della Pro Loco, Michele Di Stefano ripercorrendo la storia locale – è un Comune ricco di storia e di miti, a cominciare proprio dal suo nome, il quale in lingua latina significa airone: “Ardea Cinerea”. Non a caso quest’ultimo e l’arca di Danae sono raffigurati nello stemma comunale. Gli abitanti di Ardea erano i rutuli, gruppo etnico autoctono distinto dagli etruschi. Il fuoco, il tufo e l’acqua erano e sono gli elementi dominanti di questo territorio, un tempo immerso in una boscaglia impenetrabile. La città di Ardea aveva un fascino particolare per i romani, attratti dalla sua età vetusta, dallo spirito indomito dei suoi abitanti e dalla sacralità ancestrale dei suoi templi. Secondo Virgilio, Enea, in fuga dalla sua città distrutta, approdò nel Lazio, sconfisse i rutuli e si congiunse con i latini mediante il matrimonio con Lavinia, figlia del loro re, in precedenza promessa sposa al re rutulo Turno. Sconfitti i rutuli ed ucciso il loro re, Ardea fu bruciata ma lo Spirito del Luogo “Genius Loci”, sotto le sembianze di un airone, risorse dalle sue stesse ceneri come la fenice. Le evidenze archeologiche rivelano nel territorio la presenza di insediamenti umani fin dalla preistoria, e con essi un gran numero di templi. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Ardea subì le scorrerie dei barbari, i mutamenti climatici, l’impaludamento, il crollo demografico, la malaria ed il brigantaggio. Il territorio passò sotto l’influenza dei monaci benedettini di San Paolo e successivamente sotto i Colonna. Per un breve periodo divenne proprietà dei Borgia, poi ritornò ai Colonna ed ai Caffarelli e infine ai Cesarini nel XVI secolo. La “Communitas” di Ardea riuscì comunque a sopravvivere a questi secoli difficili. Nel 1564 il barone Giuliano Cesarini rinnovò l’antico statuto comunale che regolava doveri e diritti del popolo nei confronti del feudatario, unitamente alle norme di convivenza civile. A causa della malaria e dello spopolamento conseguito, Ardea perse la sua indipendenza e divenne frazione di Genzano”.
Giuseppe Marrone