Le farmacie comunali risalgono alla visione solidaristica della società e sono state pensate come obiettivi prioritari da sindaci molto amati negli anni ‘50 (come La Pira a Firenze e Dozza a Bologna) per fornire un servizio ai cittadini e garantire i farmaci alle fasce più deboli della popolazione nelle periferie delle città”.
“Le farmacie comunali – proseguono dal sindacato – possono offrire ancora oggi servizi indispensabili e solidaristici, utilizzando ciò che eccede al pagamento degli stipendi e delle merci per fornire servizi come l’educazione alla salute, l’assistenza agli anziani, la consegna gratuita dei medicinali a domicilio ai cittadini che, in considerazione di difficoltà personali (per età, infermità e impossibilità di avvalersi di terzi) non possano approvvigionarsi autonomamente dei medicinali di cui necessitano. Le farmacie comunali inoltre possono essere una strumento forte per calmierare i prezzi, già oggi infatti le farmacie comunali di Ardea vendono prodotti per neonati (salviettine, pannolini ecc..) o per anziani a prezzi inferiori al mercato. Nelle farmacie di Ardea, infine, lavorano lavoratrici e lavoratori dipendenti del Comune che, nel caso venga mantenuta la volontà di vendere, devono essere tutelati nel loro rapporto di lavoro, siano essi a tempo indeterminato che determinato”.