Ardea, continua la chiusura dei chioschi di fiori antistanti il cimitero di via Nazzareno Strampelli, così come prosegue il malumore dei commercianti, che giovedì’ scorso sfociò in un corteo di protesta arrivato fino all’ufficio del sindaco Luca Di Fiori. Oggi, a pochi giorni dalla ricorrenza dei morti, sono stati tanti i visitatori che hanno constatato con stupore il proseguimento della chiusura dei chioschi. Ad Ardea sono state diverse le vicende che hanno visto protagonisti i cimiteri, dai morti gettati in discarica – che tanto turbarono anche l’allora Papa – allo scandalo delle presunte mazzette che invece turbarono i giudici veliterni, tanto da far rinviare a giudizio per induzione alla concussione, turbativa d’asta e altro diversi politici presenti e passati, dirigenti comunali, funzionari, semplici impiegati, ditte concorrenti ed appaltatrici, società private alle quali per ognuno il giudice, con accuse tutte da provare, affibbiò un reato. A questo c’è da aggiungere lo scandalo del sequestro dei loculi a causa della mancata presentazione al genio civile del nulla osta, e quello delle tombe allagate, con le bare sotto depositate raggiunte dall’acqua, per finire all’attuale sequestro dei chioschi dei fiori in quanto difformi al progetto approvato e per la mancanza di autorizzazione commerciale, con discutibile perdita di ubicazione per aver pagato in ritardo – con interessi e more – quanto dovuto al comune. Per il visitatore ignaro della chiusura, quindi, anche oggi è stata negata la possibilità di portare un fiore al loro caro. E pensare che fra quelle tombe c’è anche quella del famoso “Califfo” Franco Califano, che tanto lustro sta dando a questo martoriato cimitero. Intanto i fiorai hanno presentato ricorso al TAR contro la chiusura e sottovoce, ma non troppo, si chiedono se anche per l’attività commerciale che si trova davanti al cimitero monumentale il Comune abbia richiesto gli stessi documenti, se il chiosco abbia un bagno e l’acqua all’interno come necessario per le strutture di via Strampelli, o se ci siano differenze come nel caso dei commercianti che hanno le loro attività nella zona dei 706 ettari demaniali delle Salzare.
Giuseppe Marrone