Il boss della camorra è stato trovato in una villetta di via S. Antonio dopo due anni di latitanza. L’uomo è destinatario di diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere ed è stato condannato in via definitiva all’ergastolo in qualità di mandante dell’omicidio di Luigia Esposito, rinvenuta cadavere il 14 novembre del 1996 nelle campagne di Santa Anastasia.
Il capo clan, soprannominato «Angiulillo ò fratone», aveva trovato alloggio per ben due anni in una villetta, ma la sua latitanza è terminata grazie alle indagini della polizia, che lo ha sorpreso e arrestato in strada. Con i fratelli Michele e Luigi, entrambi latitanti, gestiva gli affari del clan, attivo nell’area orientale dei Napoli già dalla fine degli anni ’80.
Lo scorso 8 marzo, a Capodrise (Caserta), la polizia ha arrestato un pregiudicato ritenuto un esponente di spicco dello stesso clan: si tratta di Vincenzo Amodio, di 50 anni, condannato a otto anni di reclusione per concorso in estorsione e usura, aggravati dal metodo mafioso nei confronti di titolari di sale di videogiochi e di agenzie di scommesse on-line, quali venivano imposte tangente. Insieme ad Amodio venne condannato anche Angelo Cuccaro.
Ad Ardea questo pomeriggio c’è stato un enorme dispiegamento di agenti, sia in borghese che in auto di ordinanza, per arrestare Cuccaro, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia.