Sull’intitolazione di una piazza al cantautore romano Franco Califano, dopo le polemiche che hanno portato alla rimozione della targa su ordine del Prefetto di Roma Gabrielli, interviene l’avvocato Mastracci che, per conto di Antonello Mazzeo, Presidente del Trust Onlus Franco Califano, fa alcune precisazioni sia su quanto in questi giorni è stato detto sul cantautore, sia sull’intera vicenda, diventata oggetto di speculazioni politiche. “Tutti i costi relativi alla manifestazione, solo patrocinata dal Comune di Ardea, sono stati interamente pagati dalla Onlus, come anche l’allestimento del Museo. La concessione per la tomba del maestro Califano è stata regolarmente pagata al Comune di Ardea. Nulla è stato pagato con soldi pubblici ne dei cittadini di Ardea – fa sapere l’avvocato – La Onlus di Franco Califano aveva semplicemente richiesto al Comune di Ardea di intitolare una piazza al maestro Califano per la sua gloriosa vita artistica. Anche il Consiglio Comunale del Comune di Roma ha deliberato di intitolare una via a nome del maestro Califano”.
“I cittadini di Ardea e tutti i consiglieri comunali dovrebbero essere solo onorati di avere le spoglie del maestro Califano nella loro cittadina e di avere una piazza intitolata all’artista – Invece no. Alcuni consiglieri comunali, a prescindere dalle loro motivazioni politiche, anche sull’errato iter procedurale, hanno fatto di tutto per far abolire l’intitolazione della piazza al maestro Califano, invece di cercare una soluzione più consona. Non diciamo che le leggi non vanno rispettate ma prima di tutto si devono rispettare le persone, soprattutto se morte!”.
L’avvocato passa poi alla vita di Califano. “Si stigmatizza il comportamento di tutte quelle persone che non conoscendo minimamente la vita del maestro Califano si sono permesse di insultare la sua memoria, sostenendo fatti e circostanze del tutto false e prive di qualsivoglia riscontro documentale. Si è detto che è morto povero: Califano viveva da molti anni ad Acilia in una villa con piscina e due persone di servizio. Si è detto che era un pregiudicato: il suo certificato penale è pulito a differenza di molti politici italiani. Si è detto della sua vita spericolata (sesso e droga) ma non si è minimamente speso due parole di quello che ha fatto come artista nella sua vita, citato anche nella Enciclopedia Treccani: “è stato autore di alcune tra le canzoni più amate della musica italiana; ha firmato Minuetto di M. Martini (1973), Un grande amore e niente più di P. Di Capri (1973, brano vincitore al Festival di Sanremo) e l’album di Mina Amanti di valore (1974). Interprete e autore di brani quali Tutto il resto è noia (1976), negli anni C. ha recitato in diverse pellicole cinematografiche (si ricordano Viola bacia tutti, 1998; Questa notte è ancora nostra, 2008). Il 2011 lo ha visto impegnato in un tour italiano”. Riteniamo, non come soggetti di parte, ma per onestà intellettuale che questo uomo ha lasciato un segno indelebile nella vita musicale italiana ed è stato anche oggetto di gravi ingiustizie giudiziarie, mai risarcite, che lo hanno visto sempre assolto per non aver commesso il fatto, una per tutte la vicenda giudiziaria denominata ‘Processo Tortora’ ”.
Ardea: Califano, la Onlus a suo nome difende l’artista dalle accuse dei consiglieri di opposizione
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