Si è tenuta lo scorso lunedì, nello storico stabilimento di Via Naro 71, l’ultima riunione tra sindacati e dipendenti Arca Camper. Una riunione decisiva che ha portato la maggior parte degli operai a rifiutare la nuova proposta lavorativa nella neonata sede di Poggibonsi. Da due mesi infatti lo storico marchio pontino – appartenente dal 2007 al Gruppo Tricano S.p.a – ha spostato la produzione nella cittadina toscana (dove operano altre aziende dello stesso gruppo) mandando in cassa integrazione più dell’80% dei suoi operai. In questi sessanta giorni, soltanto 6 operai hanno accettato il “trasloco”, gli altri 69 invece hanno preferito firmare la mobilità, piuttosto che ricominciare da zero. “Saremo fino al 30 novembre in cassa integrazione e dal 1 dicembre operai sulle liste di mobilità, per non dire disoccupati”, afferma un gruppo di ex operai che hanno rifiutato la nuova proposta lavorativa. Un rifiuto obbligatorio per la maggior parte di loro che tra mutui, bollette e bassi compensi non se la sono sentiti di accollarsi doppie spese.
“Non me la sono sentita di trasferirmi, né da solo, né con la famiglia. Ho un mutuo, due figli che vanno a scuola e con un salario di 1100,00€ al mese: non c’è l’avrei fatta a pagare tutto”, spiega M.T., operaio che da più di vent’anni lavora nello stabilimento pontino. Sarà dura per loro rimettersi in gioco, data la tarda età e l’attuale situazione del mercato del lavoro, dove la domanda supera di gran lunga l’offerta.
Fabrizio Tosi