Aprilia si è unita al silenzioso coro manifestando, come concordato attraverso il social network Facebook, in silenzio: un grande cerchio formato da tutti i docenti della città, oltre al personale A.T.A e ai dirigenti scolastici. Tutti erano armati di un lumino e del loro silenzio rispettato per cinque minuti. Era presente anche l’assessore alla cultura Francesca Barbaliscia: “Sono qui a sostegno degli insegnati e, sopratutto, della loro vocazione verso i bambini e verso la loro opera di insegnamento”; e l’assessore all’ambiente Alessandra Lombardi, che nella qualità di docente ha manifestato il suo disappunto.
Ma facciamo luce a tutta questa manifestazione con colei che ha organizzato il flash-mob, Menita Carrozza. “Io sono un’insegnante del 1° Istituto Comprensivo, orgogliosa di lavorare nel plesso della zona Toscanini, dai tempi in cui ero ancora precaria. Cercherò di sintetizzare le motivazioni per le quali questo decreto non porta affatto a una “buona scuola”, ma sono tantissime. Il DDL si compone di 24 articoli il cui filo conduttore è la parola “autonomia” che si traduce in un rafforzamento esponenziale delle funzioni del preside che in effetti diventa il padrone della scuola che dirige. Il Dirigente è responsabile delle scelte didattiche, formative, della valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti. Le scelte in campo didattico e formativo finora erano materia di competenza esclusiva del Collegio Docenti. Con la “buona scuola” il Dirigente Scolastico (DS) predispone un piano triennale dell’offerta formativa su cui il Collegio Docenti e il Consiglio d’Istituto sono solo “sentiti” … “con l’eventuale coinvolgimento dei principali attori economici , sociali e culturali del territorio” (art.2) .
In base ad esso viene assegnato un organico dell’autonomia. Dal primo settembre verranno chiuse le graduatorie e agli insegnanti si attribuiscono su base triennale (rinnovabile) posti basati su un curriculum. Nel momento in cui un insegnante decide di trasferirsi, non sceglie una rosa di scuole, ma entra in un albo territoriale da cui il DS può sceglierlo non in base a punteggi maturati da anni di esperienza e da titoli culturali, ma in base a ciò che serve nella Sua scuola. Sono stanziati 200 milioni di euro annui da attribuire alle scuole in base all’ampiezza degli organici e il dirigente assegna le somme ai docenti più “bravi” in base al rendimento scolastico degli alunni, innovatività e mantenimento della scuola. Lo scopo? Scatenare la competizione tra docenti come nelle aziende private. Non è la competizione a migliorare la scuola, ma la collegialità. Quali saranno i criteri di scelta del DS? Servilismo, clientelismo? Che fine farà chi oserà criticarlo? Magari sarà solo marginalizzato, al massimo non gli sarà rinnovato il contratto triennale e si ritroverà nell’albo territoriale alla mercé di un altro DS che potrà sceglierlo. Una scuola sempre aperta in cui se non saranno i docenti statali a offrire formazione, potrebbero entrare aziende private… io personalmente penso alla miriade di doposcuola di Aprilia, in cui operano insegnanti la cui competenza è spesso poco certificabile… e mi preoccupa il coinvolgimento degli “attori economici” del territorio. Chi finanzia la scuola decide cosa dovranno studiare i nostri figli? Nel nostro territorio ci sono aziende farmaceutiche… via i licei e avanti tutta agli istituti tecnici a indirizzo chimico biologico? I precari? Se non rientrano nel piano di assunzione, possono dire addio alla loro carriera di insegnanti. I concorsi all’italiana li conosciamo tutti. Ci sarebbe altro, ma tedierei, e comunque credo che già l’aziendalizzazione della scuola pubblica dovrebbe far venire la pelle d’oca a tutti”.
Marina Cozzo
Aprilia, in piazza il flash mob degli insegnanti contro le riforme sulla scuola
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