I dati parlano chiaro, il modello delle Rsa in Italia deve essere rivisto. Dopo l’esplosione dei casi positivi Covid-19, in molte delle strutture private accreditate del sistema sanitario nazionale, si continuano a registrare nuovi casi. Nella Regione Lazio infatti l’alta concentrazione di contagi in alcune delle Rsa dei Castelli, ancora non si è arrestata. Dopo che l’Asl Rm 6, ha svuotato quasi completamente il San Raffaele di Rocca di Papa ed il San Raffaele di Monte Compatri, trasferendo i contagiati in altre strutture dedicate, a Nemi nella struttura Villa delle Querce, i casi sono arrivati a 30. Ma non é tutto purtroppo, anche il Litorale ha dovuto fare i conti con i cluster delle Rsa. Nella giornata di ieri infatti, nella casa di cura Villa dei Pini ad Anzio, i tamponi effettuati dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dopo il caso di Velletri, hanno dato esito positivo per 18 ospiti della lungodegenza su 51 ricoverati e 5 operatori della struttura su 67. Un dato che non è definitivo, perché oggi verrano effettuati altri 37 tamponi. Come avviene la trasmissione del coronavirus nelle Rsa, se i degenti non escono e non ricevono visite? I dispositivi individuali degli operatori sanitari, sono sufficienti ad interrompere le linee di contagio? In attesa di risposte, la Rsa Covid pubblica di Genzano, ha già accolto gran parte dei degenti delle strutture private esaurendo parte dei posti a letto a disposizione. Per concludere mentre il Paese si prepara ad aprire il 4 maggio, parte della popolazione più anziana è in grave difficoltà, in strutture che a quanto sembra non sono state in grado di tutelare la loro salute.
Anzio, coronavirus: nella casa di cura di Villa dei Pini, 18 anziani e 5 operatori sono positivi
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