Roma. Nessun controllo nella rimessa Ama di Rocca Cencia. Da qui la facilità con la quale i furbetti del gasolio mettevano a segno i loro furti. C’era tutto il tempo del mondo per fare il loro lavoro e svuotare così i mezzi che c’erano in quella rimessa. Tutto questo è stato riferito da uno dei dipendenti accusati del furto di gasolio durante un interrogatorio effettuato in presenza del pm Carlo Villani che coordina l’inchiesta sulla vicenda. Per il resto, gli indagati sono in tutto 24. Come raccontato anche da il Messaggero, tra le diverse prove depositate contro di loro, ci sarebbero anche delle intercettazioni telefoniche e il racconto di una dipendente pentita. Infine, anche il racconto di una ”pentita”, anche lei dipendente.
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Gli indagati e gli interrogatori degli ultimi giorni
Nella giornata di venerdì scorso, dunque, si sono svolti a piazzale Clodio gli interrogatori dei dipendenti Ama finiti agli arresti domiciliari: su di loro, l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato. Tutti avrebbero, alla fine, confermato al pubblico ministero le accuse a loro carico. Tutti tranne uno, il quale ha continuato a sostenere di non aver preso parte alla condotta criminale, senza agevolare in nessun modo i colleghi implicati nei reati. Costui sarebbe D.C., titolare di un’attività di tiro a volo ospitata dal centro sportivo: è accusato, ad oggi, di aver lasciato aperti i cancelli del centro per agevolare i compagni di merenda. Ma lui dice: ”Io li avevo chiamati solo per svuotare i cassonetti dell’attività. Non gli aprivo il cancello. Era condominiale. Almeno 8-9 persone hanno la chiave, si tratta di un’attività sportiva e resta spesso aperto (…) E poi avveniva tutto anche di notte, quando io non c’ero.” Sulla questione del gasolio, invece, ha dichiarato: ”Io avevo il mio, solo due volte mi è stato regalato un fusto blu.” Intanto, per la giornata di domani, sono previsti altri interrogatori presso il carcere di Regina Coeli, dove sono detenuti, al momento, alcuni degli indagati.