È la settimana dell’anticiclone africano, con tutta probabilità la più calda dell’estate. In ogni caso, le temperature non accenneranno a diminuire almeno fino al 20 luglio. Dal 15 giugno al 30 settembre, anche formalmente, è vietato accendere fuochi di ogni genere in città. Gli occhi sono puntati non solo su Roma, ma anche sulle aree del litorale, dove gli spazi verdi e la maggiore densità di popolazione aumentano i rischi. Nel mirino della Protezione Civile, quindi, ci sono i territori maggiormente frequentati in questo periodo.
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In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Carmelo Tulumello, direttore della Protezione Civile del Lazio ha sottolineato che le settimane comprese tra il 15 giugno e il 30 settembre sono quelle di massima allerta. Con il bollettino sul rischio incendi in costante aggiornamento. “Per questa settimana l’attenzione è puntata sulla fascia costiera, maggiormente esposta al vento che favorisce la propagazione dei roghi. Per Roma non c’è un punto di particolare attenzione ma saranno sorvegliate tutte le aree verdi“, ha detto il dirigente. Per poi sottolineare che: “L’alternanza di temporali e giornate torride è una criticità. Anche dove gli sfalci sono stati fatti, con le piogge, la è vegetazione cresciuta di nuovo e poi si è inaridita: questo è un fattore di rischio, ma ce ne sono altri e sono imprevedibili nelle aree urbane. Ad esempio la densità della popolazione, più persone ci sono e più è alto il rischio di una disattenzione, dal mozzicone di sigaretta gettato a terra alla scintilla di un barbecue”.
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I principali fattori di rischio
Tulumello evidenzia come le zone principalmente sorvegliate siano il sud pontino, tutta la provincia di Latina e quella di Frosinone, oltre che Roma. E dichiara: “I tre principali fattori di rischio sono le temperature, la ventilazione e l’estensione della vegetazione. Nelle zone vicine al mare il vento è il fattore più rilevante“. Inoltre la Protezione Civile, come ogni anno, si coordinerà con i Carabinieri della Forestale. Sono pronti 4mila volontari e 700 mezzi, con la mobilitazione di 220 associazioni specializzate.