Ricordate la famosissima – anzi, famigerata – vicenda della (presunta) aggressione al sindaco in carica da parte dell’ex sindaco, a Pomezia, il 26 luglio del 2013? Andò a finire su tutti i giornali, anche nazionali, ed ebbe come protagonisti il neo Primo Cittadino Fabio Fucci, eletto da poche settimane, e l’ex sindaco Walter Fedele, con uno schiaffo di troppo volato in occasione di una fin troppo colorita protesta da parte dei commercianti ambulanti che si erano visti togliere la possibilità – come invece accadeva ormai da anni, nonostante i timidi (ma non tanto) tentativi di protesta da parte di qualcuno – di mettere le classiche “bancarelle” estive sul lungomare di Torvaianica, previo pagamento del suolo pubblico da parte dell’ex amministratore che poi “rivendeva” gli spazi agli ambulanti.
Il culmine della vicenda, che fece molto scalpore – che ha avuto un seguito, non ancora concluso, lasciato in mano agli avvocati e alla magistratura – ebbe anche un prologo, che oggi ha portato ad un “Avviso di procedimento in camera di consiglio” per il sindaco Fabio Fucci, per la vicesindaco Elisabetta Serra e per un cittadino di Pomezia, che il prossimo 23 giugno dovranno presentarsi davanti al GUP del Tribunale di Velletri, il quale dovrà esprimersi per un eventuale rinvio a giudizio delle tre persone indagate a seguito della querela fatta a suo tempo da una delle commercianti ambulanti.
Questi i reati esposti nella querela di parte, così come esposti dal legale:
– Concussione (art. 317 c.p.), nei confronti del sindaco FUCCI Fabio e della vicesindaco SERRA Elisabetta e eventuali altri; per aver abusato dei propri poteri amministrativi al fine di ottenerne un vantaggio di natura politica o altro, revocando illecitamente la manifestazione della Fiera del Mare , per ivi sostituire gli ambulanti della Coop. Global Service con altri più consoni ai propri fini politici o altro;
– Simulazione di reato (367 c.p.) e/o calunnia (art. 368 c.p.) nei confronti del FUCCI e della SERRA per aver falsamente dichiarato alla Autorità la sussistenza di un reato inesistente: la presunta aggressione del 26/06/2013.
– Ingiurie e Diffamazione (595 c.p.), nei confronti della SERRA per i fatti del 25-26/06/2013 per aver offeso l’’onore ed il decoro della sottoscritta querelante dichiarando che la stessa ed altri ambulanti “erano zingari che vendevano cianfrusaglie e robaccia”; nonché per aver propalato false notizie alla stampa offendendo l’onore e la reputazione della querelante, dichiarando falsamente di essere stata oggetto di lesioni. Si richiede altresì alla A.G. di accertare la sussistenza dei medesimi reati in capo ai giornalisti, direttori di testata e editori dei mass-media coinvolti nella diffamazione.
La diffamazione fa riferimento alla conferenza stampa indetta il 27 luglio dagli amministratori, i quali, davanti a pubblico, giornalisti e telecamere, raccontarono la loro versione dei fatti che, ricordiamo, portarono inizialmente all’arresto (poi trasformati in domiciliari, e poi, dopo appena due giorni, alla liberazione delle persone coinvolte) della querelante e dell’ex sindaco.
E adesso il colpo si scena – dovuto all’opposizione della “parte offesa” alla richiesta di archiviazione proposta in prima battuta da parte del GIP Ilari – dove le accuse fatte dalla commerciante agli amministratori sono pesanti, ma che devono ovviamente essere dimostrate ed eventualmente riconosciute dal GUP.
Intanto si tratta dell’ennesima gatta da pelare per il sindaco e la sua giunta, che in questo periodo sono attaccati su più fronti, così come lo è il Movimento 5 Stelle anche nel resto della penisola. Per restare nei dintorni, basta pensare alle accuse rivolte alla consigliera regionale (residente a Pomezia, dove ha preso la maggior parte dei voti) Valentina Corrado in merito alle “carenti” restituzioni degli stipendi da onorevole. Sia l’Unità che altri giornali hanno ripreso la notizia, calcando sul particolare che la restituzione, partita con somme superiori ai 4000 euro mensili, sia scesa rapidamente a circa 1600 euro al mese, mentre le voci dei rimborsi sono invece salite e, spesso, senza accurati dettagli, ma restando genericamente definite come “altre spese”. Per la Corrado, L’Unità – che ha preso le cifre direttamente sul sito ufficiale del Movimento 5 Stelle – critica soprattutto i costi dei pasti: “La consigliera Corrado – si legge nell’articolo – ha messo in conto 12.780 di pasti tra gennaio 2014 e agosto 2015. Sono circa 639 euro al mese comprensivi di festività, fine settimana e ferie. Decisamente troppi per una persona sola. Da considerare, poi, che accanto a queste cifre non è mai indicato dove sono avvenuti i pasti ed eventualmente con chi”.
Insomma, pare che l’attacco “al potere”, o meglio al “movimento, almeno a Pomezia, continui su più fronti.