IL COMITATO DI QUARTIERE “ROMA 2” NON SI SENTE RASSICURATO DA QUANTO DICHIARATO DALL’AMMINISTRAZIONE. ED IN PIU’ DIFFIDA IL SINDACO DI POMEZIA AFFINCHE’ NON VENGANO APPORTATE MODIFICHE ALLE DESTINAZIONI D’USO AL RESIDENCE DI VIA FIORUCCI
Cinque litri a serbatoio – quello di Roma 2 e quello di Campobello – la richiesta del Comune ad Acea: “Dieci litri ci permetterebbero di alimentare i due serbatoi e di garantire acqua potabile, non solo ai residenti ma anche alle aziende del territorio concentrate nella zona industriale – hanno continuato– Questo ci permetterebbe finalmente di servire con acqua potabile l’intero territorio pometino”.
“Quanto emerso da questo incontro non cambia assolutamente lo stato dei fatti – ribatte Diego Casubolo, presidente del Comitato di Quartiere – visto che non si fa cenno alla questione economica, fattore indispensabile affinché l’Acea proceda con l’erogazione dell’acqua. E’ inutile avere le condotte pronte se poi non c’è modo di far partire la fornitura”. L’Acea attende infatti dal Comune di Pomezia un serio e concreto piano di rientro del debito pregresso, dovuto principalmente all’adeguamento dei prezzi, e non ha
intenzione di cedere su questo punto: senza garanzie i rubinetti restano chiusi. E garanzie continua a chiedere il CdQ Roma 2, questa volta riguardo ad un altro argomento scottante: la presenza di un residence abbandonato all’interno del quartiere, in via Cesare Fiorucci. Il Comitato ha infatti appena inviato una raccomandata al Sindaco Enrico De Fusco, alla Procura della Repubblica ed al Prefetto di Roma per diffidare il Comune di Pomezia dal concedere variazioni di destinazione d’uso al residence/hotel. “La presente diffida scaturisce dalla preoccupazione che tale residence sia, in futuro, adibito ad abitazione andando ad accrescere la condizione di disagio e emarginazione che caratterizzano il quartiere – si legge nel documento – Non è concepibile autorizzare la costruzione di un residence/hotel (già di per sé discutibile) e variarne la destinazione d’uso facendo così crescere il numero di abitanti di un quartiere per di più in assenza dei servizi essenziali (scuole, acqua potabile, strutture comunali e commerciali). Siamo
sicuri che la nostra diffida verrà tenuta nella giusta considerazione, anche perché è noto che le cubature a destinazione residenziale, previste dalla citata convenzione, sono state interamente realizzate e sono vincolate, come il residence, alla destinazione d’uso indicata nel progetto urbanistico”. Il timore è che gli appartamentini possano diventare fonte di problemi come già succede nei complessi “Le Salzare” e “Le Torri” a Tor San Lorenzo e Nuova California.