Che a Pomezia molti abbiano sete è cosa risaputa. C’è chi ha sete di potere, chi di lavoro e chi di semplice acqua. Angelo D’Avino, ex consigliere comunale di Pomezia ed ora Assessore ad Ardea con deleghe alle Risorse Umane, Politiche per la Sicurezza e Trasporti, vuole centrare l’attenzione sulla sete d’acqua che ancora molti cittadini pometini sono costretti a patire. Attraverso una lettera indirizzata al Sindaco Enrico De Fusco, all’Assessore ai Lavori Pubblici Edgardo Cenacchi ed al Dirigente LL.PP. Renato Curci chiede “chiarimenti sulle opere pubbliche zona Campobello in merito ai lavori per l’adduzione idrica nella zona Campobello e precisamente in Via Colombia, Via Venezuela, Via Panama, Via Argentina e Via Cile”. “Tali lavori – scrive D’Avino – almeno da quanto dichiarato durante una riunione svoltasi nella zona dall’Amministrazione lo scorso anno, sarebbero dovuti essere realizzati in breve tempo, ma a tutt’oggi tali opere ancora non sono state eseguite. Opere che avrebbero di fatto completato la rete idrica nell’intera zona Campobello, visto che in altre Vie è già stata realizzata, ed addirittura entrata in esercizio. L’ultimo tratto è stato eseguito qualche settimana fa in Via Maggiona”. D’Avino non crede in problemi di natura tecnica, ma, attraverso la sua missiva, lascia intendere altri tipi di impedimenti.
“Sono a chiedere le motivazioni per la quale i lavori si sono fermati escludendo da tale servizio Via Colombia, Via Venezuela, Via Panama, Via Argentina e Via Cile. Mi auguro che non si facciano come in altre occasioni, discriminazioni sociali, vedi il completamento della rete fognante anch’essa presente solo in alcune Vie della zona Campobello ed in altre no, opera che, sempre da vostre precedenti comunicazioni anche a mezzo stampa, sarebbe già dovuta essere stata realizzata. Promesse Elettorali? Mi auguro proprio di no. Non ne abbiamo bisogno: si tratta di servizi primari per tutti i Cittadini, nessuno escluso, vista anche l’ordinanza del Sindaco con la quale si comunica la forte presenza di arsenico nelle falde acquifere da cui noi residenti ci approvvigioniamo attraverso i pozzi artesiani”. Alle richieste dei residenti di Roma Due, quindi, si aggiungono quelle di D’Avino in rappresenta di una parte del suo quartiere. Che sia il momento per l’Amministrazione di rispondere con i fatti?