La squadra antiabusivismo del capitano Aldo Secci della Polizia municipale mantiene così la media dell’anno appena trascorso: un sequestro ogni due giorni.
Nel 2011 sono stati emessi oltre 100 provvedimenti di sequestro giudiziario per costruzione abusiva, sono state lavorate più di settecento pratiche relative a reati commessi in violazione del D.P.R. 380/01 ed oltre cinquanta deleghe di polizia giudiziaria pervenute dalle varie Procure della Repubblica, specialmente da quella di Velletri.
L’abusivismo edilizio, ad Ardea, è presente in prevalenza proprio nei 700 ettari demaniali ormai diventati terra di nessuno, malgrado l’impegno profuso dalla squadra del capitano Secci, coordinata dal comandante Francesco Passeretti.
La zona, a causa dell’alto tasso di illegalità, è stata ribattezzata “Il nuovo Bronx”, sia per i numerosi illeciti e gli episodi di cronaca nera, sia a causa delle false promesse di pseudopolitici che hanno assicurato, nelle varie riunioni tenutesi proprio in zona, una facile e imminente risoluzione dell’affrancazione dell’uso civico, facendo inviare al Comune richieste ovviamente mai evase. Promesse che stanno favorendo la continua vendita di lotti da parte degli originari assegnatari dei terreni stessi, concessi loro per la sola lavorazione agricola per la sopravvivenza esclusiva delle proprie famiglie.
Spesso questi terreni, per il loro basso costo, vengono venduti a chi poi costruisce senza il rilascio dei regolari permessi. Ma come è possibile rogitare dal notaio la compravendita se non esiste l’affrancazione dagli usi civici?
I numerosissimi abusi edilizi sono favoriti da vari fattori, che vanno dalla scarsa repressione alla mancanza di finanziamenti regionali per le demolizioni, fino alle inosservanze delle sentenze emesse dal Tribunale o addirittura dalla Suprema Corte di Cassazione, senza contare che sono facilitati dal rilascio della fornitura di energia elettrica per prelievo di acqua dai pozzi, tra l’altro realizzati senza alcuna autorizzazione.
Le richieste di energia elettrica non vengono controllate dall’ente fornitore, e la corrente viene per usi domestici, attraverso impianti presumibilmente “fai da te” e quindi potenzialmente molto pericolosi.
Ardea diventa sempre più invivibile e l’abusivismo edilizio sempre più incontrollabile, cosi come si evince dalle segnalazioni dei comitati di quartiere e dalla relazione dell’Osservatorio sulla criminalità ad Ardea, stilata dalla Regione Lazio.
Le discariche a cielo aperto, anche di materiale inquinante, sono numerose e, pur se tutte segnalate, come riferisce il maggiore Maria D’Alessandri della sezione ambiente, non hanno prodotto da parte egli uffici preposti alcuna bonifica ambientale.
Il rischio di inquinamento delle falde idriche dovute ai pozzi neri o alle fosse a tenuta è estremamente elevato, e pochissimi sono coloro che conferiscono i liquami ad un depuratore autorizzato allo smaltimento.
E che dire dell’abusivismo commerciale su questi 700 ettari demaniali? Abusivismo che certo non è secondo a quello edilizio, consistente in attività ancora svolte in locali abusivi non sanati, alcuni dei quali con notifica di chiusura mai attuata ed in molti casi senza servizi essenziali, non potendo ovviamente ricevere le autorizzazioni per lo scarico in pubblica fognatura o allaccio all’acquedotto comunale, tra l’altro inesistente e non realizzabile fino a risoluzione dell’affrancazione dell’uso civico ed eventuale permesso a costruire in sanatoria.
Tra pochi mesi ci saranno le votazioni per eleggere un nuovo sindaco, e finora nessun partito o candidato a sindaco ha avanzato proposte valide per risolvere questo problema, se non varie e inattendibili promesse per dare false speranze ai tanti sfortunati illusi cittadini che vivono in questa zona.