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ABUSIVI CASE POPOLARI IN PROTESTA: “OCCUPATA” L’ATER DI ROMA

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Prima la Torre civica di Pomezia, adesso la sede del “Servizio Gestione Immobili e Decentramento” Ater della Provincia di Roma, a Piazza dei Navigatori. Gli occupanti abusivi delle case popolari, dopo l’eclatante azione dello scorso 28 Luglio – quando due di loro erano saliti sulla Torre di Piazza Indipendenza minacciando di darsi fuoco con una bombola di gas – sono tornati a far sentire la loro voce. Voce molto più grossa rispetto a questa estate, visto che alla protesta hanno partecipato tutte le 9 famiglie sfrattate in seguito all’ordinanza di sequestro degli immobili occupati abusivamente da parte del Tribunale di Velletri. Questa mattina erano una trentina i manifestanti, tra cui 8 bambini, che si sono recati nella sede Ater di Piazza dei Navigatori, dove, vista l’impossibilità di entrare “con le buone”, dal momento che non era giorno e orario di ricevimento – hanno deciso di occupare lo stabile, entrando con la forza. “Non volevano farci entrare – ha dichiarato Ciro Lomasto, forse il più agguerrito degli occupanti – ma noi abbiamo invaso a forza la palazzina e ci siamo barricati dentro. Questo perché nessuno voleva riceverci, sostenendo che per parlare con un funzionario serve un regolare appuntamento. Peccato che questo appuntamento non ci era mai stato finora concesso. Abbiamo quindi comunicato alla vigilanza che non ce ne saremmo andati finché non fossimo riusciti a parlare con qualche dirigente o, in alternativa, non fossero arrivate le forze dell’ordine a trascinarci via”.  Dopo circa un’ora di attesa i manifestanti sono stati ricevuti prima da un funzionario, Mauro Serafini, poi dal Dirigente del Servizio Gestione Immobili e Decentramento Lino Barcaroli. Al Dirigente è stato spiegato che, pur essendo occupanti
abusivi da oltre dieci anni di case dell’Ater, hanno provato in tutti i modi a regolarizzare le loro posizioni, ricorrendo alle sanatorie e presentando ai servizi sociali la documentazione del precario stato economico in cui versano. Ma alle loro richieste non c’è stato alcun riscontro. Anzi, al contrario, lo scorso Aprile sono stati sfrattati con decreto dell’Autorità Giudiziaria, ed il Tribunale di Velletri ha disposto il sequestro degli alloggi. Dopo il sequestro, grazie all’intervento dei Servizi Sociali del Comune di Pomezia le 9 famiglie sono state alloggiate presso alcuni hotel della città, ma il periodo concesso dall’Amministrazione, già prorogato più volte, è ormai agli sgoccioli. “Noi non vogliamo restare in albergo – hanno spiegato al Dirigente – ma rientrare in quelle che ormai riteniamo le nostre case, per le quali continuiamo a pagare le fatture relative alla fornitura di luce, acqua e gas e dove siamo residenti da anni. La cosa per noi assurda è che ci siano delle case vuote perché poste sotto sequestro e famiglie di 6 persone che vivono in una stanza d’albergo, a spese del Comune. Noi vogliamo pagare il regolare affitto che chiede l’Ente per le sue case, che ci costerebbe molto meno del dover mangiare alla mensa dell’hotel (all’interno del “Selva dei Pini”, ndr) e pagare il servizio lavanderia per poter avere i panni puliti. Non abbiamo infatti a disposizione una cucina, né tantomeno una lavatrice, che è rimasta nelle case che ci hanno fatto lasciare in tutta fretta”. Il dissequestro degli appartamenti è possibile solo se l’Ente proprietario, in questo caso l’Ater, presenta domanda ufficiale al Tribunale competente. “Possiamo inoltrare la domanda – ha chiarito il dott. Barcaroli – solo se il Sindaco di Pomezia ci invia una richiesta indicando la graduatoria degli aventi diritto o, in alternativa, dichiarando lo stato di emergenza abitativa”. Dal momento che i presupposti indicano che le persone sfrattate non sono in cima alla lista degli aventi diritto, l’Amministrazione dovrebbe quindi dichiarare lo stato di emergenza abitativa. “Il nostro ufficio legale sta esaminando la questione – ha dichiarato il consigliere comunale Fabio Mirimich, delegato del Sindaco per quanto riguarda i contenziosi – perché è nostra intenzione fare tutto ciò che la legge ci consente. Se la normativa permette il rientro di queste 9 famiglie nelle case sequestrate noi non ci tireremo indietro. Ho già parlato con il Dirigente dell’Ater ed ora manca solo il parere legale, che ci verrà fornito dall’avvocato del Comune, Giovanni Pascone, appena tutti i dati saranno stati analizzati”. “Se non ci verrà riconsegnata la casa – hanno concluso gli occupanti abusivi – siamo pronti ad una dura battaglia. Non ci arrenderemo facilmente e non ci faremo buttare in mezzo ad una strada con i nostri figli. Siamo pronti a gesti clamorosi pur di difendere le nostre famiglie. Salire sulla torre, in confronto a quanto potremmo fare, era solo uno scherzo”.

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