Oggi è la Giornata Nazionale per la lotta alla pedofilia e la pedopornografia.
Questa giornata è stata istituita per sensibilizzare e porre l’attenzione su un crimine spregevole ai danni di bambini e bambine che avranno la loro vita segnata per sempre
L’importanza di parlarne è sopratutto per scardinare il silenzio, crepare l’omertà affinché si ostacoli il reiterarsi di simili abomini, che si consumano perlopiù in certi contesti sociali e familiari.
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto il suo appello, affinché vi siano “indagini ampie, rapide e severe”, specie a seguito del caso della piccola Fortuna Loffredo di Caivano e di quella palazzina maledetta.
Purtroppo, nonostante le campagne e il Telefono Azzurro, nel 2015, ha registrato un incremento di tali reati, trend in crescita che non sembra trovare freno.
Il più delle volte il pericolo non viene da sconosciuti , bensì da persone appartenenti al proprio nucleo familiare, con dati medi oscillano intorno il 65%.
Il target delle vittime è generalmente costituito da bambine sotto gli 11 anni di età, ma generalmente sono tutti i bambini e le bambine sotto i 10 anni ad essere maggiormente interessati dalla perversione della pedofilia con dati che aumentano di anno in anno.
La cosa più sconcertante, al di là dell’abuso sulla spensieratezza e la libertà di un bambino, è che chi dovrebbe proteggerli non lo fa e resta in silenzio, sordo a qualsiasi rimorso o timore.
L’appello di SOS Telefono Azzurro oggi è più forte che mai “Per ogni bambino che è vittima di abusi c’è qualcuno che sa e non parla”.
E vedere che una bambina, piccola come Anna, rende giustizia e dignità ad una sua coetanea come Fortuna, oltrepassando quel muro inviolato di silenzio degli adulti, non si può non pensare a come mai, ogni giorno, vi siano inermi vittime di orchi e del sistema che protegge questi ultimi, spegnendo ogni gioia di vivere con tale leggerezza .
Proprio a seguito della sconcertante vita spezzata di Fortuna, diverse fazioni politiche stanno mobilitandosi affinché si introduca la castrazione chimica sui pedofili.
Attualmente il nostro sistema di diritto prevede contro la pedofilia, riconosciuta come reato solo dal settembre del 2012, una pena che va da uno a cinque anni di reclusione. Tuttavia, trattandosi di perversione, è fondato il timore che altre vittime cadano sotto le grinfie dello stesso orco e la storia ricomincia e un altro bimbo viene violato per sempre.
Marina Cozzo