“La Repubblica riconosce il 21 novembre quale Giornata nazionale degli alberi al fine di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyoto e le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani”.
Ispirato da questo passo della Legge n.10 del 14 Gennaio 2013, anche quest’anno il Comitato di Quartiere di Roma 2, ha organizzato una festa che si è svolta domenica 23 novembre.
L’evento ha visto protagonisti i bambini del quartiere, invitati a portare i loro disegni sul tema, consegnati ed esposti con il consueto entusiasmo. Poi giochi, palloncini, piantine da regalare alla mamma e buonissimi mandarini hanno fatto il resto: festa, schiamazzi e sorrisi.
L’occasione è stata utile per constatare come i bambini amino gli spazi verdi e conoscano meglio degli adulti l’importanza degli alberi per la vita del pianeta e dell’uomo. L’industrializzazione, finalizzata all’inseguimento di una crescita economica e dell’urbanizzazione “infinita”, infatti, non ha tenuto, e continua a non tener conto dei danni ambientali che subiamo e che iniziamo a percepire soprattutto a livello meteorologico e idrogeologico.
Quest’anno l’evento si è arricchito di un nuovo filo conduttore. Infatti, nel piantare una bella quercia, è stata posata una targa in ricordo dell’incidente di Seveso del 10 luglio 1976, quando a seguito di una fuga di diossina da uno stabilimento, si generò uno dei più grandi disastri ambientali che l’Italia abbia conosciuto (e dimenticato).
Siamo quindi andati a costruire un ponte ideale tra il nostro Quartiere e la città di Seveso, dove proprio sui luoghi della sciagura, dopo la bonifica, venne piantumato un bosco di querce, divenuto negli anni il luogo della memoria per le popolazioni colpite.
L’intento della targa era proprio quello di generare curiosità tra chi non segue le problematiche del quartiere, infatti la domanda, per molti, è sorta spontanea: “Cosa vuol dire Sabato 10 luglio 1976 a Seveso c’era il sole?”. L’occasione è stata quindi utile per ricordare la presenza di industrie a rischio incidente rilevante presenti nella zona di Santa Palomba e come, degli errori del passato, come troppo spesso accade in questo Paese, non si sia fatto tesoro.
Leggendo gli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta che studiò l’incidente di Seveso del 1976, infatti, emerge la censura mossa verso “l’autorità amministrativa in quanto la stessa aveva concepito formalisticamente il proprio ruolo e si era limitata a compiere atti che non condussero ad una adeguata e sostanziale salvaguardia dell’interesse pubblico, ma soltanto ad un adempimento esclusivamente formale dei propri obblighi al fine di liberarsi dell’onere della responsabilità”. Qualcosa di molto simile a quello che accade oggi a Santa Palomba, ma il nostro Comitato è intenzionato ad andare a fondo nella vicenda.
Il presidente Diego Casubolo