Consueto appuntamento con l’analisi settimanale dell’andamento delle epidemia da Covid-19 nella Regione Lazio attraverso i numeri e i grafici del Professore dell’Università di Tor Vergata Luca Andreassi. Numeri che, da qualche settimana ormai, rivelano una situazione relativamente stabile (in positivo) nel Lazio.
«Sono giorni importanti. Sono i giorni più importanti – esordisce Andreassi – perché ormai sono passate quasi due settimane da quando si è riaperto. Tempo più che congruo per osservare, laddove ce ne fossero, effetti sulle curve che rappresentano la pandemia. Ad oggi – puntualizza il Professore – tutti gli indicatori tutti mostrano una schietta tendenza alla regressione dei contagi ed alla brusca frenata del virus».
Nessun effetto riaperture insomma. «Esattamente. Con buona pace di coloro che, con bava alla bocca hanno pubblicato un fantomatico studio preconizzante fino a 1300 decessi al giorno a causa delle riaperture. Studio, come abbiamo commentato in altre circostante, basato su un indice farlocco, l’Rt, e, dunque, conseguentemente, anch’esso farlocco», prosegue il docente.
Coronavirus, dati Italia. I modelli matematici proposti si basano sul “tasso di crescita di contagio”. Al contrario dell’RT fornisce risposte immediate e consente di capire l’efficacia o meno delle restrizioni, cioè “cosa frena e cosa no” il virus. Si considerano inoltre “medie mobili settimanali” per assorbire i dati ridotti della domenica e lunedì quando generalmente si effettuano meno tamponi
Coronavirus Lazio la situazione
Proprio sull’RT vale la pena ribadire un concetto. Nel Lazio l’ultimo report di venerdì scorso parla di un valore di 0.91 calcolato però al 21 aprile scorso. Ma che questo sia un indicatore non in grado di fornire un quadro in “tempo reale” della situazione sui territori è nuovamente chiaro ed evidente proprio dalla situazione laziale.
Lo stesso report della cabina di regia (26 aprile – 2 maggio) definisce infatti la Regione a “rischio basso” con “nessuna allerta da segnalare”. I casi giornalieri sono pressoché stabili (in calo) e i tassi di occupazione ospedalieri sono entro la soglia: le terapie intensive sono infatti al 29% (soglia limite fissata al 30%) così come i posti di area medica contro una soglia però del 40%. In calo anche l’incidenza dei casi a sette giorni per 100.000 abitanti diminuita a 114.
I numeri del Lazio
Insomma, la situazione è ampiamente sotto controllo ma a causa del valore RT vicinissimo all’1 – che farebbe scattare la zona arancione – il Lazio, così come gran parte d’Italia, rischia restrizioni che appaiono davvero paradossali come sottolineato due giorni fa anche dall’Assessore Regionale alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato.
Leggi anche: Indice Rt nel Lazio, da giallo ad arancione la prossima settimana? cosa c’è da sapere
Sull’attuale situazione della Regione aggiunge Andreassi: «I contagi sono in calo. Il tasso di crescita segna oggi una riduzione su base settimanale superiore al 16%. Nell’ultimo giorno di chiusure contavamo una media di 1189 contagi al giorno. Oggi siamo scesi a poco più di 930. Calano i decessi. La riduzione è superiore al 7%. Nell’ultimo giorno di chiusure contavamo una media di 33 decessi al giorno. Oggi siamo scesi a 26».
«Nulla da segnalare – prosegue l’Ing. – anche sul fronte delle province. Calano significativamente Roma (-22%), Frosinone (-25%) e Rieti che riassorbe completamente lo scossone che avevamo segnalato la settimana scorsa. In leggero rialzo Latina e Viterbo ma in totale e assoluto controllo. Crescono i vaccini. Riprende vigore la campagna vaccinale e superiamo le 36.000 dosi inoculate in media ogni giorno. Piccola nota di autocelebrazione. Con circa il 23% della popolazione tra i 70 e 79 anni ad aver avuto entrambe le dosi di vaccino, siamo al primo posto in Italia».