Coronavirus Lazio, consueto appuntamento settimanale con l’analisi dell’andamento dell’epidemia nella Regione con i grafici e i numeri del Professore Luca Andreassi. «Il primo commento che si può fare è che le ‘teorie catastrofiche’ in merito alle riaperture sono naufragate e questo possiamo dirlo con assoluta certezza», esordisce il docente dell’Università di Tor Vergata.
«Hanno previsto che ci sarebbero stati 1300 decessi al giorno a causa delle riaperture. Oggi, in Italia, ne registriamo (sempre come media mobile su base settimanale) 152. Meno della metà di quanti ne contavamo il giorno in cui si riaprì. Hanno previsto pure che i festeggiamenti di quel migliaio di persone in Piazza Duomo per lo scudetto dell’Inter avrebbe causato chissà quali disastri. Zero. Calma piatta. La curva a Milano scende come nel resto dell’Italia», aggiunge il Professore.
Coronavirus, dati Italia. I modelli matematici proposti si basano sul “tasso di crescita di contagio”. Al contrario dell’RT fornisce risposte immediate e consente di capire l’efficacia o meno delle restrizioni, cioè “cosa frena e cosa no” il virus. Si considerano inoltre “medie mobili settimanali” per assorbire i dati ridotti della domenica e lunedì quando generalmente si effettuano meno tamponi
Coronavirus Lazio, numeri quasi da zona bianca: «Accelerare ulteriormente sui vaccini»
Passiamo ora alla situazione Regionale. Il trend nel Lazio è assolutamente in calo come ormai ripetiamo da circa un mese. Non solo. Tutti gli indicatori, compresi quelli usati dal CTS (che ha accantonato, alla buon’ora, l’indice RT quale principale criterio per determinare i colori delle Regioni), vanno in un’unica direzione: quella della zona bianca, se non nell’immediato comunque a stretto giro.
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L’incidenza (a 7 giorni per 100.000 abitanti) è scesa infatti ancora a 64 e i tassi di occupazione ospedalieri sono entrambi sotto soglia: le terapie intensive sono infatti al 21% (soglia limite fissata al 30%) mentre i posti di area medica sono attestati al 20% contro una soglia di allerta stabilita al 40%. Guardando ai dati delle Province c’è già chi sta ben al di sotto del valore “50” indicato per entrare in zona bianca (anche se bisogna mantenerli per almeno tre settimane) come ad esempio Rieti, poco sopra le 25 unità, e Frosinone, di poco sotto alle 50. Ancora in netto calo i tassi di crescita percentuali in tutte le Province con la sola Viterbo che fa registrare una piccola contrazione rispetto alla scorsa settimana.
«Adesso l’importante è utilizzare il periodo caldo in cui le persone staranno all’aperto, condizione in cui i contagi crollano – già, perché dopo un anno hanno scoperto anche questo, ci si contagia prevalentemente al chiuso – per accelerare ancora sui vaccini. Prepararsi sin da oggi al prossimo inverno. Esattamente l’opposto di quello che facemmo l’anno scorso. Condannandoci, di fatto, ad un altro periodo autunnale ed invernale di sofferenza sanitaria, economica e sociale», conclude Andreassi.