La bella stagione si avvicina e dopo mesi chiusi in casa, tra zone rosse e arancioni, gli italiani (ma non solo) sperano di buttarsi presto alle spalle questo periodo buio. Tutto da dimenticare. In un’Italia che da ieri si è svegliata “tinta” di giallo, complice anche la campagna di vaccinazione che è ormai decollata, molte attività hanno riaperto i battenti e tante categorie stanno cercando di “respirare”, di riprendersi dalla crisi.
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L’Italia verso la zona bianca
Ma l’obiettivo ora è quello di raggiungere sì l’immunità, ma anche di virare verso la zona bianca, quella che più si avvicina alla “normalità”. E se tre Regioni, Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, dal 1 giugno passeranno in zona bianca e dal 7 giugno la stessa fortunata sorte toccherà ad Abruzzo, Veneto e Liguria, altre devono ancora aspettare che i dati migliorino. Questo perché, lo ricordiamo, per il passaggio in zona bianca l’incidenza dei contagi deve essere inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per ben tre settimane consecutive. Dal 14 giugno, parametri permettendo, anche Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Umbria potranno ambire alla zona bianca, ma tutto dipenderà dall’andamento della curva epidemiologica e dal monitoraggio degli esperti delle prossime settimane.
Cosa cambia da giugno in Italia?
In attesa che tutta la Penisola diventi bianca, il Governo ha già messo a punto una roap map, una sorta di calendarizzazione per le prossime aperture. Dal 1 giugno i ristoranti potranno lavorare anche con i tavoli al chiuso, sia a pranzo che a cena (fino alle 23, orario del coprifuoco) e i bar potranno tornare a servire al bancone. Novità anche sul fronte del coprifuoco, ora fissato alle 23: dal 7 giugno, invece, si posticiperà di un’ora e l’obbligo di ritornare a casa sarà fissato a mezzanotte, per poi abolire questa misura definitivamente il prossimo 21 giugno. Da metà mese, dal 15 giugno, via libera anche a matrimoni, banchetti, cerimonie e parchi tematici.
Quello che pare certo è che giugno sarà il mese a tutti gli effetti della ripartenza, senza però dimenticare di rispettare i protocolli di sicurezza, necessari per non vanificare gli sforzi. Proprio ora che il Paese ha ingranato la marcia e si sta “dirigendo” verso la normalità, quella che da tempo ci sembra eccezionalità.