Lo scorso 4 dicembre 2019, su disposizione della Procura di Latina, il personale del Commissariato di P.S. Gaeta (LT), unitamente alla Squadra Mobile di Latina e al Commissariato di P.S. Terracina (LT), ha eseguito 5 decreti di perquisizione notificando altrettanti avvisi di garanzia a carico di:
C.D. di anni 70 – titolare di struttura turistico-ricreativa di Sperlonga (LT)
M.S. di anni 68 – medico del lavoro di Terracina (LT)
D.A. di anni 64 – responsabile di laboratorio analisi
F.G. di anni 69 – ingegnere di Terracina (LT)
P.C. di anni 41 – ingegnere di Latina e docente di formazione professionale
Le principali ipotesi di reato vanno dal falso in atto pubblico alla falsità ideologica commessa da esercente un servizio di pubblica necessità. Quanto contestato agli indagati è stato originato da precedente, diversa attività d’indagine tesa ad accertare il rispetto della normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, segnatamente presso una nota struttura turistico-ricreativa di Sperlonga.
Le indagini
Agli inizi del mese di agosto, a seguito di controlli congiunti di ASL e Polizia di Stato, il titolare della struttura turistica oggetto di accertamenti – giustificando di non avere la momentanea disponibilità in azienda dei documenti richiesti – si riservava di produrre certificati per l’idoneità al lavoro ed attestazioni per la formazione professionale in favore dei suoi circa 50 dipendenti, così come prescritto dal D.Lgs 81/2008. Dopo circa un mese, il datore di lavoro presentava, quindi, la documentazione in questione presso i competenti uffici della ASL di Fondi (LT). Avendo ottemperato alle prescrizioni impartite ed essendo apparentemente tutto in regola, il procedimento sanzionatorio veniva archiviato.
Gli agenti del Commissariato di Gaeta – già impegnati da tempo per le indagini su quella struttura – si sono determinati ad approfondire la genuinità della documentazione depositata alla ASL acquisendone copia direttamente presso l’ente. Gli esiti degli opportuni riscontri venivano, dunque, trasmessi all’autorità giudiziaria titolare delle indagini. L’ipotesi investigativa era che l’imprenditore avesse predisposto artatamente tutta la documentazione richiesta dalla ASL, al fine di evitare denunce e rilevanti sanzioni amministrative tentando, così, di eludere i controlli delle autorità preposte alla sicurezza dei lavoratori coinvolti.
Grazie alle conseguenti perquisizioni disposte dal Sostituto Procuratore della Repubblica era possibile rinvenire e sequestrare i certificati medici in questione, così da constatare che le visite mediche effettuate solo dopo il controllo di agosto risultavano falsamente avvenute in date antecedenti. Nella circostanza veniva sequestrata anche documentazione relativa ai corsi di formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro, in realtà, mai tenuti in quell’azienda, quindi da ritenersi completamente falsa. Proseguono le attività d’indagine finalizzate all’accertamento di eventuali ulteriori responsabilità.