Campidoglio al lavoro per risolvere il rebus “estate 2020“, ovvero pianificare l’accesso alle spiagge da parte dei bagnanti nei prossimi mesi. Perché una cosa appare certa: nel post-quarantena forzata per il Covid-19 e con le restrizioni (teoriche e non ancora ufficializzate) che potrebbero esserci per spostarsi da una Regione all’altra, il mare “vicino casa” potrebbe tornare accattivante per molti cittadini. Già, ma come organizzarsi per far rispettare tutte le prescrizioni sulla salute? E’ questo il problema che le Amministrazioni locali – in attesa di decisioni del Governo – si stanno preparando ad affrontare.
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Come sarà andare al mare sul litorale di Roma
E così oggi tra le pagine de Il Messaggero leggiamo quali potrebbero essere le soluzioni per il litorale romano. Diversi i requisiti da far rispettare tra i quali il distanziamento sociale, parametro davvero difficile da rapportare a sole e spiaggia. Per tale motivo si starebbe lavorando, prosegue il quotidiano romano, a «sistemi di turnazione» fra le persone e alla possibilità di fare «il bagno a rotazione», ovvero un tot. di persone alla volta.
Un’altra ipotesi al vaglio dei tecnici sarebbe quella di pensare ad un sistema di prenotazione di lettini e ombrelloni «tramite app o con un numero verde» dando il diritto di prelazione a determinate categorie «quali disabili, anziani, fragilità e famiglie numerose». Il tutto cercando di garantire le stesse possibilità di accedere alla spiaggia nel corso della settimana, evitando che alcuni ci stiano più di altri in buona sostanza.
Insomma: accessi contingentati e niente affollamenti, così dovrebbe configurarsi questa estate post emergenza. In linea teorica perché poi la pratica – basta pensare alle scene di agosto che siamo abituati a vivere ogni anno – sarà davvero tutt’altra cosa.
Spiagge libere
Il vero nodo è però rappresentato dalle spiagge libere. Già perché se per i titolari degli stabilimenti, che hanno già ricevuto il via libera dalla Regione per occuparsi della loro manutenzione, sembrano esserci più margini d’azione (in fondo prenotazioni e abbonamenti sono la regola, forse dovranno solo essere rivisti i tariffari) il vero dramma sono proprio gli arenili non in concessione. Chi le controllerà e chi farà rispettare le distanze di sicurezza? Sono in molti a chiederselo.
Anche qui si cerca di trovare una soluzione, certo è che appare evidente che per quest’anno il concetto di “spiaggia libera” per come siamo abituati a concepirlo non avrà modo di esistere. Ecco allora che circola l’ipotesi di «affidare il servizio di pulizia e vigilanza degli arenili che non sono in concessione ai gestori dei vicini stabilimenti», conclude Il Messaggero. Ma anche qui i dubbi non mancano: ci sarà personale sufficiente a garantire le distanze di sicurezza? E gli accessi a “turni in mare”? Staremo a vedere.