ROMA (ITALPRESS) – “Tutti i virus vanno incontro a forme di mutazioni. Ci sono già diverse varianti di SarsCov2. Quella ‘inglesè è un ceppo isolato il 20 settembre progressivamente emerso come variante di gran lunga più diffusa nel Regno Unito. I colleghi inglesi ci informano di una sua maggiore velocità di trasmissione. Per il resto, soprattutto per capacità di determinare forme più gravi di malattia Covid-19, non c’è nulla di diverso”. Lo dice, in una intervista a Il Fatto Quotidiano, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, in merito alla “variante inglese” del Coronavirus. Dopo l’ok dell’Ema “da Pfizer arriveranno 10 mila dosi il 26 dicembre allo Spallanzani che poi saranno trasferite ai vari centri regionali per il Vaccination day del 27 dicembre”. Poi, “tra il 30 dicembre e il 4 gennaio dovremmo avere in arrivo nei circa 300 siti regionali altre 3,4 milioni di dosi per 1,7 milioni di persone tra operatori sanitari e ospiti di Rsa”.
L’obiettivo è “avere a fine estate, inizio autunno 2021, almeno 42 milioni di vaccinati in Italia, il 70% della popolazione”.
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Coronavirus, Locatelli “La variante inglese non è più grave”
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