Chiedere ed ottenere un prestito in banca, rispetto al passato, è sempre più difficile in Italia non solo per le famiglie, ma anche per le imprese. E questo perché gli istituti di credito concedono i prestiti ai clienti solo dietro garanzie solide e solo dopo un processo di verifica dei requisiti che risulta essere sempre più stringente.
Queste restrizioni sono basate sul fatto che le banche nell’approvare i prestiti sono sempre meno propense a rischiare che il cliente poi non paghi le rate per morosità o per insolvenza. Non a caso, una delle frasi che, con maggiore frequenza, viene inserita sui motori di ricerca è come ottenere un prestito, ma vediamo, grazie a quanto ci consiglia Supercoin.it, di capire come evitare di incorrere in un prestito con un tasso di usura.
Quando un prestito è con un tasso di usura
Tecnicamente un prestito è con un tasso di usura quando il TAEG del finanziamento, ovverosia il Tasso Annuo Effettivo Globale, che è l’indice sintetico di costo, supera una determinata soglia percentuale che è fissata per legge, e che periodicamente viene stabilita dalla Banca d’Italia. Di conseguenza, essendo il livello del tasso ad usura variabile, spesso accade che il costo del credito sostenuto dal contraente non sia ad usura per un certo periodo di tempo, ma che poi lo diventi proprio per effetto degli aggiornamenti sui TEGM – Tassi Effettivi Globali Medi, da parte di Bankitalia.
Come evitare di contrarre prestiti con tasso di usura
In teoria il rischio di contrarre dei prestiti con tasso di usura può essere ridotto puntando su finanziamenti che presentano dei costi accessori che, ridotti al minimo, tengono basso in partenza il TAEG. Nella maggioranza dei casi, infatti, sono proprio i costi accessori sul credito, concesso da banche e da società finanziarie, che portano a sforare i tassi di interesse di legge.
Di conseguenza, la scelta migliore di norma è quella di stipulare prestiti che non prevedano, tra l’altro, spese di incasso rata e penali elevate in caso di pagamento di una o più rate in ritardo rispetto al piano di ammortamento concordato.
Da questo punto di vista si corrono meno rischi stipulando i prestiti con grandi banche e/o con primarie società creditizie che in genere offrono tassi concorrenziali rispetto invece ai piccoli istituti di credito, ed a società finanziarie non di primo livello, che quasi sempre applicano costi sui finanziamenti più elevati sia per i tassi di interesse, sia per i costi accessori.
Cosa fare se il prestito diventa ad usura
Nel caso in cui il prestito dovesse diventare ad usura, i tre step da seguire sono i seguenti:
- Presentare un reclamo scritto alla banca o alla società finanziaria che ha concesso il prestito.
- Rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) nel caso in cui la banca o la società finanziaria non dovesse rispondere o comunque fornire una risposta e/o una soluzione insoddisfacente.
- Rivolgersi all’Autorità giudiziaria nel caso in cui l’ABF non riesca a dirimere la questione.
Tra reclami ed esposti, al fine di evitare di rimanere intrappolati nelle pastoie burocratiche, in genere per portare avanti una pratica di tasso ad usura su un prestito è preferibile farsi supportare da un’Associazione di Consumatori.
Quanto detto sui tassi ad usura, tra l’altro, vale non solo per i prestiti, ma anche per altre tipologie di finanziamento come i mutui in quanto periodicamente, su base trimestrale, la Banca d’Italia fissa per ogni prodotto creditizio i tassi soglia ad usura che gli istituti di credito e le società finanziarie devono rispettare nei confronti della clientela.