L’ISEE è un documento importantissimo per le famiglie perché in base al valore è possibile accedere, o viceversa essere “tagliati fuori” da bonus e agevolazioni. Ma cosa incide sull’importo?
Con il nuovo anno è tornata la necessità di aggiornate il proprio Isee, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Un passaggio fondamentale soprattutto per chi, ad esempio, percepisce l’Assegno Unico considerando che l’INPS, in mancanza del rinnovo, declassa l’importo al minimo tabellare. Ma oltre a questo l’Isee è necessario per poter partecipare alle domande per i bonus, incentivi o in generale alle altre agevolazioni e provvedimenti di sostegno al reddito previsti dallo Stato. Un importo troppo alto, di fatto, impedisce alle famiglie di rientrare nella platea di determinati aiuti economici. Vediamo allora quali sono i fattori da tenere in considerazione.
Dichiarare il falso è reato: cosa rischiano i trasgressori
E’ opportuno sottolineare che questo articolo – ovviamente – non intendere promuovere pratiche illegali o che porterebbero a commettere reati. Dichiarare il falso omettendo in tutto o in parte i propri dati, anche patrimoniali ed economici, è infatti perseguibile per legge. Chi lo fa va incontro a sicure sanzioni a seguito dei controlli puntuali degli Enti competenti.
Di conseguenza dobbiamo essere scrupolosi nel riportare tutti i redditi percepiti, il denaro contenuto nei conti correnti del nucleo familiare (anagrafico, ndr), e i propri possedimenti immobiliari e mobiliari. Solo in questo modo saremo al riparo da multe e procedimenti nei nostri confronti da parte del fisco. Precisato, doverosamente, tutto questo, cerchiamo di capire se – rimanendo nel perimetro della legge (e dunque rispettando le regole) – sia possibile o meno intervenire sul proprio valore Isee.
Abbassare l’ISEE senza infrangere la legge è possibile, come fare: cos’è l’Isee corrente
La risposta è affermativa. E questo senza fornire dati fittizi. Uno dei modi per abbassare il proprio Isee è quello, in presenza dei requisiti previsti, di richiedere il cosiddetto Isee corrente, anziché quello ordinario. Come vi abbiamo spiegato nei nostri articoli precedenti e com’è del resto noto, l’Isee ordinario tiene conto della situazione economico-patrimoniale del nucleo familiare risalente ad un periodo di molto antecedente rispetto alla data di presentazione della domanda.
Prendiamo il caso dell’Isee 2024: i redditi richiesti fanno riferimento ad esempio al 2022, ovvero due anni fa. Nel frattempo però la situazione della famiglia potrebbe essere cambiata e anche di molto, ponendo il caso della perdita di un lavoro o comunque del “peggioramento” della propria situazione finanziaria. L’Isee corrente invece fa riferimento a un periodo temporale molto più breve, generalmente 12 mesi ma anche meno in casi particolari. Per saperne di più vi consigliamo di rivolgervi al vostro CAF o consulente di fiducia.
Aggiornare la famiglia anagrafica
Attenzione poi ai fattori che incidono nel calcolo dell’Isee, come ad esempio la composizione della famiglia anagrafica, ovvero tutte le persone che hanno la residenza sotto uno stesso tetto e producono reddito. Ebbene, se uno o più membri della famiglia nel frattempo si è trasferito altrove, con annessa documentazione ufficiale, aggiornare il nucleo familiare porterà ad abbassare l’ISEE.
Patrimoni immobiliari
Lo stesso discorso, per estensione, si applica poi anche agli immobili. Ne abbiamo venduto qualcuno? Oppure li abbiamo concessi alcuni in usufrutto? Anche questo contribuisce a rendere più snello l’importo finale dell’Isee in presenza di risposta affermativa a queste domande.
ISEE basso, quali bonus e agevolazioni chiedere nel 2024 (ilcorrieredellacitta.com)
Saldo e giacenza media dei conti correnti
Infine il capitolo dei conti correnti intestati o co-intestati a chi compone il nucleo familiare ai fini del calcolo Isee. In questo caso si tiene conto del saldo e della giacenza media del denaro depositato generalmente riferito ai due anni precedenti: c’è da tenere presente però che, ai fini del computo, i soldi nei conti iniziano ad avere un peso rilevante soltanto dopo la soglia di 15.493,71 euro. Prima, di fatto, non hanno alcuna incidenza significativa sul valore finale.