La guerra in Ucraina, l’aumento del carburante e l’imminente sciopero dei trasportatori che potrebbe mettere in ginocchio l’intero Paese, hanno fatto tramontare il Covid nei trend mediatici. Non se ne parla quasi più: anche quel misero bollettino giornaliero passa inosservato. Forse perché i dati sono estremamente positivi e viviamo una fase di declino dalla curva. Ma non sono pochi gli esperti che ci consigliano da settimane di non abbassare la guardia. Un consiglio banale, ma vitale e necessario.
Covid, l’aumento dei contagi in Italia
Infatti, negli ultimi giorni, il calo vertiginoso dei contagi sembrerebbe esser rallentato. In Italia i contagi tornano nuovamente a crescere. A darne prova è il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che ha sottolineato che l’incidenza torna a salire. Parliamo di 510 casi per 100 mila abitanti, rispetto ai 433 di sette giorni fa, per usare due numeri. A ciò si aggiunge anche un aumento dell’indice Rt, quel numero che indica la capacità infettiva di un soggetto portatore. In questa settimana il valore è salito a 0,83 rispetto allo 0,75 dell’analisi precedente. La soglia dell’1 è nuovamente vicina, insomma.
Cosa cambia da lunedì 14 marzo
Ieri, venerdì 11 marzo, era prevista la firma dell’ordinanza del Ministro Speranza, per il cambio di colori delle regioni a partire dal prossimo lunedì 14 marzo. Quali saranno le novità? Anzitutto, la novità per il Friuli Venezia Giulia, la prima ad abbandonare la zona bianca lo scorso 29 novembre, perché duramente colpita dalla quarta ondata. Da lunedì, finalmente ritornerà nella fascia con minor indice di rischio. Infine, in bianco torneranno anche Emilia Romagna, Liguria, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta.
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Dati aggiornati dei ricoveri nelle regioni
Ecco di seguito, in termini percentuali, i dati relativi alla situazione dei ricoveri nelle regioni d’Italia: una situazione che al momento non è critica e permette una risalita in zona bianca di quelle regioni che fino a qualche settimana fa si trovavano in altre fasce.
- Abruzzo: 6,6% intensive 18,4% area medica
- Basilicata: 3,2% intensive 24,4% area medica
- Calabria: 8,5% intensive 28,7% area medica
- Campania: 3,2% intensive 12,9% area medica
- Emilia-Romagna: 7% intensive 11,9% area medica
- Friuli Venezia Giulia: 6,9% intensive 11,6% area medica
- Lazio: 6,7% intensive 16,2% area medica
- Liguria: 6,2% intensive 15,1% area medica
- Lombardia: 4% intensive 7,4% area medica
- Marche: 5,9% intensive 16,6% area medica
Le altre regioni e la curva dei contagi
Come detto in precedenza, l’aumento dei casi positivi c’è, seppur lieve. Abbiamo imparato nel corso degli ultimi anni a considerare tali variazioni come descritte da una curva a campana. In altre parole, se c’è un aumento allora bisogna aspettarsi che il trend si mantenga per qualche tempo, finché non si stabilizza e discenda nuovamente. Un aumento oggi non è un punto nel tempo, ma è la fotografia di una curva che potrebbe continuare a salire se non si mettono in pratica le consuete misure anti-contagio.
- Molise: 7,7% intensive 10,8% area medica
- Bolzano: 3% intensive 11,4% area medica
- Trento: 2,2% intensive 8,7% area medica
- Piemonte: 4,6% intensive 9,3% area medica
- Puglia: 5,5% intensive 18,6% area medica
- Sardegna: 8,8% intensive 19,5% area medica
- Sicilia: 7,6% intensive 23,1% area medica
- Toscana: 7,5% intensive 13,4% area medica
- Umbria: 3,9% intensive 21,5% area medica
- Valle d’Aosta: 2,9% intensive 9,8% area medica
- Veneto: 3,8% intensive 7,4% area medica.