Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Valmontone, al termine di una mirata attività di indagine volta a verificare la reale sussistenza dei requisiti dei percettori del reddito di cittadinanza, hanno denunciato 6 persone per indebita percezione della misura, prive dei requisiti previsti dalla normativa che, nell’arco di poco più di due anni (giugno 2019 – ottobre 2021) avrebbero sottratto complessivamente all’erario una somma di 43.000 euro.
Reddito di Cittadinanza agli arresti domiciliari
Per quanto le vicende personali degli indagati non fossero tra loro collegate, il filo che unisce la narrazione di questa evento delittuoso è unico: tutti gli indebiti percettori, all’atto della presentazione della domanda, erano sottoposti ad una misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria, oppure, avevano nel loro nucleo familiare soggetti gravati da questo genere di provvedimento e, pertanto, come previsto dalla norma, non potevano fruire del beneficio, poiché violavano quella clausola di “buona condotta” voluta dal Legislatore proprio per evitare che il reddito di cittadinanza finisse nelle tasche di soggetti condannati o pregiudicati.
Emblematico il caso di uno degli indagati, un 60enne di Valmontone, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati, riuscito da solo ad intascare in due anni ben 13.500 euro.
In alcuni casi, per ottenere l’approvazione della pratica, gli indagati hanno anche prodotto attestazioni fittizie sul proprio stato di famiglia, facendo ad esempio risultare situazioni di convivenza o coabitazione di fatto inesistenti.
Collaborazione con l’INPS di Colleferro
Fondamentale per il buon esito dell’attività si è rivelata la sinergia istituzionale con l’ufficio INPS di Colleferro che ha fornito la propria collaborazione all’Arma.
All’ente previdenziale, cui è già stata data comunicazione degli illeciti accertati, spetterà inoltre avviare la procedura per il recupero della somma complessiva dei benefici indebitamente percepiti pari a 43.000 euro.