Gioie e dolori, momenti di spensieratezza e tristezza che si susseguono. La vita è fatta così e Alessio Carapellotti, un giovane ragazzo di Cisterna di Latina, lo sa bene perché è proprio mentre stava per diventare papà di Marco e mentre aveva deciso di ristrutturare casa, quel nido d’amore per la sua famiglia, una brutta verità è piombata e ha fatto vacillare tutti quegli equilibri, ha rotto la felicità.
Cisterna, la raccolta fondi per aiutare Alessio: la macchina della solidarietà si mette in moto
Alessio da anni combatte contro un terribile male e ha chiesto aiuto al mondo social, dove spesso in questi casi si mettono in moto macchine della solidarietà, per le sue cure sempre più costose e insostenibili. Ha aperto una raccolta fondi, ha spiegato nel dettaglio la sua battaglia: tra le righe si legge l’amore incondizionato che prova per suo figlio, la voglia di vederlo crescere, di non lasciarlo solo. Un amore puro, un legame tra padre e figlio che un tumore non dovrebbe avere il ‘potere’ di distruggere.
“Mi chiamo Alessio, due anni fa è venuto al mondo Marco una delle mie più grandi gioie. Mentre Marco era ancora nel pancione della mamma, decidemmo io e la mia compagna di ristrutturare casa: quindi oltre alla sua gioia c’era anche quella della casa, eravamo indaffarati nel fare e disfare. Un giorno decisi di cambiare il pavimento del mio bagno, e così di punto in bianco presi e mi recai in un negozio di edilizia per comprare questo benedetto pavimento. Quel giorno ricordo come oggi pioviccicava, parcheggiai il furgoncino sulla rampa di casa, presi un fascio di mattonelle e scivolai. Per settimane mi portai dietro questo dolore sciatico che secondo me era dovuto alla caduta, provai con mille antidolorifici dalle punture a quelli in bustina, ma nulla”. Un dolore forse sottovalutato, una sciatica che nascondeva altro, un campanello d’allarme che Alessio non ha colto subito.
La lotta di Alessio contro il tumore
“Nel frattempo in questo calvario nacque Marco e per un po’ non pensai più al dolore, ma solamente alla gioia di avere un figlio. Un giorno, tramite consiglio di un’amica, mi recai a fare una risonanza magnetica alla colonna in una centro vicino, aspettai con ansia la risposta che arrivò subito dopo 3 giorni, anche quel giorno ricordo come se fosse oggi, sul quel foglio c’era su scritto (Si consiglia scintigrafia ossea) capii già che qualcosa non andava”.
“La settimana seguente preoccupato mi recai all’ospedale Gemelli di Roma dove feci una TAC a pagamento d’urgenza, quella sera rimasi li in ospedale perché il tecnico radiologo mi confermò la presenza di varie metastasi diffuse su tutto il corpo per l’esattezza 23. Dopo questa risposta non riuscii più a capire quello che mi stava succedendo, tantomeno mio padre che era li presente e che a vederlo era irriconoscibile. Un uomo distrutto dalla mia salute, eravamo praticamente senza armi a dover competere con un mostro più forte di noi e del mondo. Mi ricoverarono subito e mi fecero vari accertamenti nelle settimane successive, fino ad arrivare alla conclusione di un Adenocarcinoma polmonare non a piccole cellule non da fumatore, la diagnosi era fatta e ai miei genitori venne detto che la mia sopravvivenza di vita era di circa tre mesi. Tutto questo accadeva il 30 agosto 2019, rimasi in ospedale per un po’ di tempo senza vedere mio figlio e con la speranza che tutto questo potesse finire. Non ci siamo arresi alla diagnosi né io né i miei genitori, né mia sorella né la mia compagna e così ci siamo messi alla ricerca di un professore più in gamba in tutta Italia che poteva cercare di fare un qualcosa per il mio stato di salute. Andai a fare altre visite a pagamento fino a quando arrivai allo IEO di Milano, dove lì trovai un gran Prof. che mi diede speranza nel continuare a vivere”.
Le spese costose e la raccolta fondi: ‘Voglio veder crescere mio figlio’
“Iniziai così un trattamento a bersaglio molecolare dato dal sistema sanitario lombardo, ma che durò per meno di un anno perchè il mio tumore mutò e fummo costretti a cambiare farmaco. Non fu così facile perchè il nuovo farmaco che tutt’ora prendo è in fase di sperimentazione e quindi ci voleva un mese di tempo prima che venisse approvato dalla federazione italiana del farmaco. Io questo tempo non potevo perderlo senza cure, l’unico modo era andare in Germania e comprarlo. E così feci: riuscii a contattare una farmacia in Germania che mi recapitasse il farmaco con un costo di 8000,00€, riuscii a pagarli e a farmi spedire il farmaco in Italia. Iniziai subito le cure senza attendere, nel mentre programmavo un intervento alla testa con ablazione laser per rimuovere una metastasi dal cervelletto della grandezza di 2.1cm. La dottoressa che mi operò era fantastica, ti faceva sentire a casa e l’intervento fu velocissimo. Il problema restava sempre l’affronto delle spese mediche. Ora mi ritrovo con un’ anca fratturata dalle metastasi e con le stampelle, in attesa anche questa volta di un intervento dopo tante e molteplici visite a pagamento e con la certezza che ogni giorno dovrò spostarmi da Roma a Milano per prendere il farmaco salvavita, una volta al mese devo soggiornare a Milano per il ritiro del farmaco. C’è un vaccino contro il cancro in America, ma le spese sono esorbitanti. E’ per questo che ho aperto una campagna fondi per chi mi potesse aiutare con la speranza di riuscire a guarire, per vedere crescere mio figlio. Grazie a tutti Alessio e Marco. Il mio IBAN IT21F0100573950000000005136″.
Il cuore grande delle persone farà il suo (ad oggi sono stati donati oltre 19.000 euro), con la speranza che anche la scienza faccia passi in avanti e Alessio continui a veder crescere Marco, il suo bimbo.