<<In questi giorni inizia il grande caos nella sanità pubblica nei Castelli Romani.
Apre finalmente l’Ospedale dei Castelli Romani, in località Fontana di Papa, ma in cambio vengono chiusi due ospedali: quello di Albano e di Genzano.
L’Ospedale dei Castelli Romani ha una dotazione massima di 344 posti letto, che corrisponde alla dotazione di posti letto degli ospedali di Albano, Ariccia e Genzano nel lontano 2007, prima dei tagli e delle cosiddette razionalizzazioni imposte dalla Regione Lazio.
Saranno due mesi di caos e di disagi per tutti i cittadini dei Castelli Romani, con ripercussioni anche sui cittadini di Aprilia, Cisterna, Ardea e Pomezia.
Dal 3 novembre e fino al prossimo 17 dicembre, tutti i reparti sanitari attivi negli ospedali di Albano e Genzano verranno dismessi progressivamente, ovvero chiusi al pubblico e trasferiti al nuovo Ospedale dei Castelli Romani.
Dal 3 novembre saranno interrotti i nuovi ricoveri presso l’ospedale di Albano.
Leggendo il piano di attivazione del nuovo ospedale dei Castelli Romani si rimane allibiti.
Vediamo il reparto di “Medicina interna/Nefrologia” dell’Ospedale di Albano (27 posti letto): dal 3 al 9 novembre 2018 i pazienti del reparto verranno trasferiti a Frascati, Anzio, Velletri e presso le altre strutture accreditate (Regina Apostolorum, Villa delle Querce, INI, San Raffaele di Monte Compatri e Sant’Anna di Pomezia). Dal 3 novembre all’8 dicembre verrà aggiunta una “ricoveria” di 19 posti letto all’Ospedale di Frascati, spostando anche i medici di Albano. Solo dal 13 dicembre inizierà l’attivazione dei ricoveri presso il nuovo ospedale dei Castelli Romani.
Ma i pazienti e il personale medico sono dei pacchi che possono essere trasferiti dall’ospedale di Albano ad una “ricoveria” dell’Ospedale di Frascati, per poi essere rispediti al nuovo Ospedale di Fontana di Papa?
Un piano analogo è stato pianificato anche per gli altri reparti dell’Ospedale di Albano:
- Chirurgia generale/Senologia (19 posti letto)
- Ortopedia (10 posti letto)
- Cardiologia (10 posti letto)
- Terapia Intensiva Cardiologia (5 posti letto)
- Terapia Intensiva Post Operatoria (3 posti letto).
Il reparto di “Dialisi” dell’Ospedale di Albano (16 posti letto): rimarrà operativo fino al 15 dicembre. Dal 17 dicembre verrà attivata la dialisi presso il nuovo ospedale dei Castelli Romani.
Il laboratorio di analisi dell’Ospedale di Albano sarà attivo fino al 12 dicembre, per essere trasferito dal 13 dicembre nel nuovo Ospedale dei Castelli Romani.
Per quanto riguarda l’Ospedale di Genzano, il blocco dei ricoveri inizierà dal 14 novembre, con gli spostamenti dei reparti di Ginecologia/Ostetricia (19 posti letto) e di Pediatria (9 posti letto).
Assicurano che almeno il Pronto soccorso rimarrà aperto per tutte le emergenze.
In sintesi, nei prossimi mesi 105 posti letto dell’Ospedale di Albano e 28 posti letto dell’Ospedale di Genzano verranno trasferiti al nuovo Ospedale dei Castelli Romani, che attiverà in fase di apertura soli 140 posti letto dei 344 disponibili.
A cosa verranno destinati i vecchi ospedali di Albano e di Genzano?
Un vecchio studio di fattibilità prevedeva:
- lo spostamento dei servizi territoriali della SAUB di Via Gallerie di sotto e degli uffici della sede legale di Borgo Garibaldi all’ospedale di Albano;
- la disdetta del contratto di affitto di circa 200.000 euro di affitto l’anno al Comune di Albano per la sede di Borgo Garibaldi;
- la vendita dei locali della SAUB di Via Galleria di Sotto.
Oppure qualcuno sta già pensando a vendere i vecchi ospedali alla sanità privata?
Il Partito Comunista dei Castelli Romani contesta queste politiche sulla sanità pubblica basate solo su tagli e spostamenti, propone di lasciare attivi i centri prelievo ad Albano e Genzano, per garantire un servizio di vicinanza alle persone anziane e ai malati, chiede che vengono attivati da subito tutti i 344 posti letto del nuovo ospedale dei Castelli Romani, per rilanciare davvero la sanità pubblica sul territorio, si opporrà con tutti i mezzi alla svendita dei locali di proprietà pubblica, lotterà per il rilancio dei servizi sanitari territoriali>>.
Così in una nota il Partito Comunista dei Castelli Romani.