Campo rom di via Pontina con le ore contate? Di certo è quello che sperano gli abitanti delle zone limitrofe, che da anni respirano l’aria inquinata dai roghi tossici che quasi quotidianamente vengono accesi nel campo nomadi di Castel Romano, il più grande del Lazio. E forse è quello che verrà finalmente fatto, malgrado la proroga concessa in primavera. Il campo, secondo l’intenzione della Giunta Raggi (riportata dal Messaggero), dovrebbe iniziare il suo smantellamento con l’anno nuovo: subito dopo le feste, infatti, dovrebbe essere votata la delibera che consentirebbe ai rom – almeno a quelli a basso reddito dichiarato – di ottenere un “bonus casa”, ovvero un assegno mensile fino a 800 euro, per massimo due anni, se lasciano la baraccopoli e si trovano un appartamento in affitto.
Questo per i rom di cittadinanza italiana. Per chi invece viene dall’est Europa, l’offerta sarà quella d:ei «rimpatri volontari assistiti», con bonifici di 3mila euro l’anno per chi accetta di tornare al suo paese d’origine.
Certo, c’è da vedere se accetteranno, se troveranno le case in affitto e quanti rientrano nel basso reddito, soprattutto nel caso ci dovesse essere un controllo incrociato con i reali “possedimenti” in banca.
Al momento nel campo rom, di cui ci siamo occupati diverse volte, vivono poco più di 600 persone: meno delle 1000 dell’ultimo censimento, ma sempre tantissime. La riduzione era avvenuta circa due anni fa, quando la “guerra” da le due etnie che convivevano a Castel Romano ha raggiunto il suo massimo: moduli abitativi bruciati, continue risse e “dispetti” hanno alla lunga fatto cambiare aria al gruppo meno potente.
Di certo, però, la riduzione del numero degli abitanti del campo non ha fatto diminuire né il numero di reati ad essi connessi, né la percezione di pericolo che sia chi vive nelle zone limitrofe (e parliamo di un raggio che va da Pomezia a Spinaceto) che di chi transita su via Pontina, dove il lancio dei sassi, le rapine al distributore di carburante e gli ostacoli per la strada sono fenomeni più che frequenti.
Un’eventuale smantellamento – che non sarebbe certo totale – si spera possa portare alla diminuzione dei roghi tossici: ricordiamo che la vallata limitrofa al campo è costantemente piena di auto rubate, fatte a pezzi per la rivendita e poi bruciate. A nulla valgono le continue (e costose) bonifiche: puntualmente qualche giorno dopo la situazione è nuovamente come prima.
In attesa che davvero ci sia lo smantellamento, il Comune di Roma ha dettato delle regole per i rom, il “Regolamento per la disciplina della permanenza temporanea delle persone Rom, Sinti e Caminanti nei Villaggi attrezzati e negli insediamenti tollerati presenti nel territorio di Roma Capitale e dell’accesso alle prestazioni sociali di accompagnamento alla fuoriuscita dagli insediamenti”.
Un titolo lunghissimo per cercare di far rispettare la legge nella fase transitoria che dovrebbe portare al “superamento dei singoli insediamenti”. Chi non le rispetta, secondo le intenzioni del Comune, sarà oggetto di sanzioni, fino all’espulsione dall’insediamento. Una buona cosa sulla carta, ma quanto sarà possibile attuarla, visti i precedenti?