Stamani è stato convocato alle 11.00, un incontro tra Rom Sinti e Camnianti (RSC) di Castel Romano e Michela Micheli dirigente Roma Capitale, in Viale Manzoni. La nostra richiesta è semplice: il campo deve chiudere subito. Virginia Raggi cambi il «piano Rom» ed assicuri percorsi di vera inclusione sociale, abitatitiva, lavorativa e di protezione sanitaria ai suoi abitanti.
Il 6 ottobre 2017, il Ministero della Salute – Ufficio Legislativo ed Ufficio Rapporti con il Parlamento, ha risposto all’interpellanza parlamentare urgente, presentata dagli Onorevoli Stefano Fassina e Giulio Marcon di Sinistra Italiana, relativa alle drammatiche condizioni in cui versa il Campo Rom di Castel Romano, situato sulla Via Pontina, nel Comune di Roma Capitale.
Le domande poste erano due. La prima chiedeva di conoscere quali azioni si intendano intraprendere per salvaguardare, garantire, promuovere e tutelare la salute dei cittadini del Campo Rom di Castel Romano, come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività.
La seconda chiedeva di sapere quale stanziamento ricevuto attraverso il PON INCLUSIONE e PON METRO 2014 – 2020, è stato previsto e pianificato per garantire chiusura e superamento del Campo Rom di Castel Romano.
La risposta del Governo è un documento di sei pagine, all’interno delle quali si riconoscono le enormi disparità sanitarie vissute dalla popolazione RSC rispetto al resto della popolazione non Rom. La speranza di vita per un cittadino RSC è di 10 anni inferiore. Il tasso di mortalità infantile sino a sei volte superiore. Il 25% dei bambini non hanno ricevuto vaccinazioni adeguate.
Il Ministero della Salute ricorda che nel 2015 è stato varato il «Piano d’Azione Salute» per e con le comunità RSC inviato a tutti gli Assessori territorialmente competenti tra cui Roma Capitale. Tre le azioni da perseguire: formazione del personale sanitario, conoscenza ed accesso ai servizi per RSC, servizio di prevenzione, diagnosi e cura.
A Castel Romano il «Piano Salute» è rimasto lettera morta: sono 1076 i cittadini residenti che continuano a vivere ed affrontare situazione drammatiche. Accertate e conclamate decine di casi di scabbia, rogna, epatiti, leucemie, leptospirosi. In cinque anni decedute 63 persone a seguito di inumane condizioni igienico/sanitarie. Impianti fognari esplosi, mancata erogazione di acqua potabile, mancata erogazione di energia elettrica. Situazioni denunciate dalla stessa Asl Roma 2 e rimaste, di fatto, completamente inascoltate dall’amministrazione della Sindaca Virginia Raggi.
Infine, il Ministero della Salute, ha informato che il Governo, tramite UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, diretto dalla Sottosegretaria di Stato Maria Elena Boschi ed il Ministero del Lavoro, diretto dal Ministro Giuliano Poletti, avrebbero «finanziato», a Castel Romano, «iniziative per favorire una sempre maggiore inclusione sociale di RSC» utilizzando i Fondi Sociali EU del PON Inclusione (1.250 milioni di euro) e PON Metro (894 milioni di euro).
A Castel Romano, «non si è visto un solo centesimo di euro e nessuna iniziativa del Governo».
Marcello Zuinisi legale rappresentante dell’Associazione Nazione Rom, ha consegnato, il 17 ottobre 2017, il documento del Ministero della Salute, al Capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone. Le indagini, in atto, relative alle nostre denuncie su «TRUFFA SUI FONDI SOCIALI EUROPEI» ed «OMISSIONE DI SOCCORSO» sono affidate ai Sostituti Procuratori Alberto Pioletti e Letizia Golfieri. Il procedimento penale ha assunto numero RGNR 144739/2017.