Ci sono importanti sviluppi sul borgo medievale di Pomezia, ossia il vero centro storico della città, Pratica di Mare. Il Catasto, com’è noto, ha infatti riconosciuto che le strade all’interno del Borgo sono pubbliche. Va detto tuttavia che, al livello giuridico, il solo parere del Catasto sembrerebbe non bastare all’interno di un eventuale contenzioso in Tribunale (e ricordiamoci che, benché non se ne conoscano ancora le modalità, il Comune ha annunciato proprio un ricorso al Giudice per «chiarire una volta per tutte la vicenda»).
Questo perché il Consiglio di Stato, con sentenza del 5 gennaio 2015, ha stabilito che «alle risultanze catastali non può essere riconosciuto un definitivo valore probatorio» sebbene l’organo di Giustizia gli attribuisca comunque una «funzione ausiliaria».
A Pratica di Mare non ci si può però limitare a questo: al di là del passaggio giuridico-tecnico infatti, ribaltando la questione, va precisato che il Catasto non ha solo evidenziato la natura pubblica delle strade, ha anche detto che la Proprietà, almeno fino ad ora, non ha fornito documentazione utile che possa attestare il contrario, ovvero che strade e piazze siano private. Scrive infatti il Catasto: «Lo scrivente Ufficio ha provveduto ad eseguire il ripristino della situazione pregressa ai tipi di frazionamento e mappale avendone constato la sottoscrizione in assenza di titolo legale di Proprietà».
Il cancello resta
Non è bastato questo tuttavia a far cambiare linea all’amministrazione comunale di Pomezia che nel consiglio comunale del 31 ottobre ha respinto per la terza volta in questi anni la mozione per riaprire il Borgo ai cittadini: l’area dunque, per il momento, continuerà a rimanere interdetta al pubblico.
Sul tema abbiamo intervistato Roberto Mambelli, dell’Ass. La Lente, Giacomo Castro, Presidente dell’Ass. Latium Vetus, l’Avv. Francesco Falco, e il consigliere di minoranza Stefano Mengozzi. Infine abbiamo interpellato anche il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà.
Roberto Mambelli, Ass. La Lente: «Ordinanza per togliere il cancello e richiesta di danni alla Proprietà»
«Un ente terzo, il Catasto, ha riconosciuto che tutte le strade e le piazze sono pubbliche. Con gli atti di proprietà in mano ha puntualizzato la cronistoria dell’area e non ha trovato elementi che potessero far pensare ad una diversa natura delle strade. Si è ripetuto, in pratica, quanto accaduto col Cimitero. Il nostro esposto era partito perché qualcuno aveva provveduto a fare un frazionamento e un “tipo mappale” dell’area non corrispondente, a nostro avviso, alla realtà provando ad assimilare come private delle aree pubbliche; ma il Catasto ha revocato quel frazionamento ripristinando la situazione antecedente al 2017».
«Valore probatorio del Catasto? Sappiamo benissimo che in Italia un dato catastale non è probatorio nel senso che non è detto che ciò che risulta al Catasto corrisponda poi alla realtà. Ma a Pratica di Mare la situazione è del tutto differente: la sezione dell’Agenzia delle Entrate ha infatti esaminato tutti gli atti notarili verificando tutta la documentazione e ribadendo di come la Proprietà non abbia mostrato titoli sulle strade. Adesso attendiamo la causa civile per far valere ulteriormente le nostre tesi. Entro novembre, dato che la conciliazione è fallita, dovremmo riuscire a presentarla».
«Cosa farei se fossi Sindaco? Un’ordinanza immediata per togliere il cancello. Secondo: chiederei altrettanto celermente i danni alla Proprietà. In prima battuta per l’abbattimento di quei platani, fatto reso ancor più grave in quanto avvenuto su suolo pubblico; in secondo luogo per l’occupazione di suolo pubblico, soldi che nessuno ha chiesto e che non sono stati versati in questi tre anni: anche ipotizzando un “uso cantiere” e stimando al ribasso, si parla di una cifra enorme, probabilmente oltre il milione di euro che manca oggi nelle casse comunali. Noi di questo chiederemo conto a chi c’è stato oggi e a chi c’è stato ieri a tutti i livelli».
Francesco Falco, Avvocato
«Dal punto di vista legale, come è noto, il catasto non ha valore probatorio in ordine alla titolarità del bene. Occorre pertanto una sentenza civile che la accerti. Se fossi Sindaco darei mandato ad un legale affinché in un contraddittorio con le parti coinvolte si accerti la titolarità delle strade in capo al privato o all’ente pubblico».
Stefano Mengozzi, Pomezia Domani: «Inadempienze gravi del Comune»
«Il Catasto ha confermato quanto abbiamo sostenuto in consiglio comunale in questi mesi e quanto dicono da anni le associazioni. La nota del Catasto è chiara, cristallina: le strade interne al Borgo sono pubbliche. D’altronde chi ha mai potuto sostenere il contrario? Segnalo che siamo davanti ad una inadempienza grave dal comune, che da anni non ha mai avanzato opposizioni davanti a chi ha installato un cancello sopra una proprietà pubblica. È gravissimo».
«La realtà è che non ci sono elementi che possano provare che le strade interne al Borgo non siano pubbliche. E’ questa l’assurdità di tutta la vicenda: di chi chiude uno spazio pubblico senza neanche avanzare una richiesta e di chi (il Comune) non si preoccupa di tutelare un pezzo di città. Davanti a questo la nota del Catasto aiuta a fare chiarezza con chi ancora oggi provava a sostenere il contrario. Per noi di Pomezia Domani, per le tante associazioni in causa, era chiaro dall’inizio che quel cancello non potesse essere installato».
«Ora bisogna procedere: l’errore più grave sarebbe attendere ancora, o peggio ancora inseguire la via giuridica che significa nuove spese per il nostro comune e l’opportunità di rimettere in discussione, ancora una volta, ciò che appare ovvio. Dal canto mio impegnerei gli uffici per l’immediata rimozione del cancello. Vede, a me non interessa fare battaglia contro qualcuno o qualcosa. Chi è proprietario degli immobili del Borgo ha tutto il diritto a procedere con ristrutturazioni e nuovi progetti. Al comune spetta però il compito di tutelare ciò che è pubblico, l’interesse collettivo».
Giacomo Castro, Ass. Latium Vetus: «Non ci fermeremo fin quando non verrà ripristinata la legalità. Chi ha permesso tutto questo deve pagare»
«Il catasto ha annullato l’intestazione delle strade del Borgo medievale di Pratica di Mare – fatta nel 2017 su richiesta unilaterale dei privati – alla società “Nova Lavinium S.r.l.” riconducibile alla famiglia Borghese. È esattamente quello che in tutti questi anni abbiamo sostenuto noi di Associazione Latium Vetus. Nonostante le denunce, le interviste e le proteste infatti l’Amministrazione a 5 stelle del Comune di Pomezia non ha mai né affrontato la questione né ripristinato la legalità, lasciando che le strade del borgo di pratica di mare fossero negate alla fruizione pubblica».
«Un atteggiamento vergognoso: come lo “spettacolo” del consiglio comunale di Pomezia di giovedì 31 ottobre scorso, durante il quale il Movimento 5 stelle di Pomezia ha bocciato l’ultima mozione – dopo le precedenti due dell’11 ottobre 2017 e del 06 agosto 2019 – per la rimozione del cancello del Borgo di Pratica di Mare. L’amministrazione, Sindaco in testa, ha dichiarato durante la seduta dell’assise cittadina che il provvedimento del Catasto – ovvero la relazione tecnica con il quale l’ente ha riconosciuto la natura pubblica delle strade di Pratica di Mare annullando la precedente intestazione del 2017 alla società Nova Lavinium s.r.l. riconducibile alla Famiglia Borghese – non aggiungerebbe nulla di nuovo alla vicenda di Pratica di Mare e non sarebbe probatorio della pubblicità delle strade del borgo. Siamo alla farsa? Con queste premesse il M5S ha bocciato la mozione dell’opposizione senza rendere noti né i piani né i tempi dell’amministrazione comunale per garantire la definitiva riapertura del borgo medievale».
«Chi ha permesso tutto questo deve pagare. Chi ha permesso che i platani centenari ubicati su suolo pubblico venissero nottetempo estirpati abusivamente deve pagare. Chi, nonostante le denunce, si è reso complice di questa vicenda a danno della collettività di pomezia, omettendo il ripristino della legalità o peggio confermando il falso, deve pagare. ma ci sarebbe di più. Si riaffaccerebbe infatti lo spettro dei 100 mila metro cubi di cemento in zona agricola della lottizzazione “alba lavinium” nei pressi dei 16 pini? più di qualcuno infatti vorrebbe in atto una trattativa tra esponenti comunali e la famiglia borghese. e’ legittimo quindi chiedersi se l’obiettivo di questa ipotetica trattativa sia quello di sbloccare quel progetto edilizio sui lotti agricoli dei borghese? ci sarebbe anche questo alla base della bocciatura in consiglio comunale della proposta volta alla rimozione del cancello di pratica di mare? Dubbi gravi. A pomezia sono stati umiliati ancora una volta gli interessi pubblici? Le associazioni fra le quali Latium Vetus non si fermeranno finché non sarà ripristinata la legalità e a breve si rivolgeranno alla magistratura».
Parla il Sindaco Adriano Zuccalà: «Vicenda affrontata con troppa superficialità»
Le strade del Borgo, così come accaduto in precedenza per il Cimitero, sono state dichiarate pubbliche dal Catasto: che peso riveste questa notizia nella vicenda e a quali scenari può portare?
«È bene precisare che il Catasto si è limitato ad identificare le strade come “Strade Pubbliche” e non potendo avere valore probatorio, non è entrato nel merito del riconoscimento della proprietà. Il Catasto, infatti, non avendo avuto riscontro specifico sulla proprietà delle strade (private o pubbliche che siano), ha riportato il frazionamento catastale nella descrizione antecedente all’anno 2017».
La passata Giunta aveva dichiarato tuttavia che il Comune di Pomezia «non aveva alcun diritto in quell’area». Anche la nota delibera degli anni ’50 era stata definita dall’ex amministrazione come una «semplice menzione di strade cittadine, al contrario della proprietà privata che vige invece dal 1617». Chi ha ragione dunque?
«Nel caso specifico, non si tratta di cercare la ragione, ma chiarire definitivamente i dubbi sulla proprietà effettiva delle strade. Una cosa è certa, non possiamo essere noi, con gli elementi attualmente in nostro possesso, a poter chiarire definitivamente la questione, ma dobbiamo coinvolgere “figure terze” in grado di fare i rilievi più opportuni».
La mozione del Consigliere Mengozzi per rimuovere il cancello di ingresso al Borgo è stata bocciata…
«È inutile continuare ad affrontare la questione in maniera superficiale, concentrandosi solo sulla volontà di togliere un cancello. Ritengo che un amministratore responsabile abbia l’onere di acquisire tutta la documentazione necessaria e quindi solo dopo prendere i provvedimenti in grado di risolvere in maniera definitiva ogni questione. Un diligente amministratore non si fa “tirare la giacchetta” da nessuno e non prende provvedimenti in preda alla voglia di fare il capopopolo».
Lei ha annunciato un ricorso da parte dell’Ente al Tribunale per far luce una volta per tutte sulla vicenda. A che punto siamo? In un eventuale contenzioso con la Proprietà quale sarebbe la posizione del Comune di Pomezia?
«La posizione del comune è sempre la stessa, chiarire definitivamente la titolarità nonché’ l’effettiva destinazione sia delle aree interne al Borgo di Pratica di Mare sia del cimitero limitrofo».
Secondo alcuni, alla luce del parere del catasto, il Comune avrebbe la facoltà di chiedere l’occupazione del suolo pubblico alla Proprietà per i lavori svolti in questi tre anni (sarebbe una cifra enorme): è una strada a suo avviso percorribile?
«Quest’affermazione dimostra che la situazione, al di fuori di quanto stiamo portando avanti come Ente, è stata affrontata con superficialità. Il catasto ha identificato le particelle come facenti parte la Strada Provinciale di Pratica di Mare, pertanto, non dovrebbe nel caso essere il comune a poter riscuotere l’occupazione del suolo pubblico, ma semmai dovrebbe farlo la Città Metropolitana di Roma (ma dubito possano essere “cifre enormi” come si vuole far credere). In questa vicenda, concentrandosi tutti nel cercare eventuali colpe politiche del Comune, nessuno ha ritenuto, prima di noi, di coinvolgere l’ente direttamente interessato alla vicenda strade, ovvero la ex Provincia. Su questo si è sicuramente aperto uno scenario, che ci vede dare la massima collaborazione sia all’ente sovraordinato della Città Metropolitana di Roma, sia, come abbiamo già fatto, con il catasto».