Diversi sindaci italiani hanno lanciato un appello al Senato per l’approvazione della legge sul biotestamento. Tra i primi firmatari c’è anche il sindaco di Pomezia Fabio Fucci. La legge sul biotestamento, approvata dalla Camera ad aprile, è attualmente ferma in Senato.
L’appello di sindaci e senatori a vita per l’approvazione
L’appello, promosso dall’Associazione Luca Coscioni, chiede che il disegno di legge approdi nell’Aula di Palazzo Madama senza modifiche, al fine di consentire il voto immediato senza nuovi passaggi. Fondamentale è l’approvazione prima della fine della legislatura. Oltre a Fucci, tra i sindaci firmatari del testo ci sono Virginia Raggi, Giuseppe Sala, Luigi De Magistris, Chiara Appendino e Leoluca Orlando. Uno schieramento trasversale che chiede a gran voce di non far cadere nel dimenticatoio un disegno di legge fondamentale nel campo dei diritti civili. Marco Cappato, radicale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, mette in guardia sul poco tempo rimasto per arrivare al voto sul provvedimento. Solo pochi giorni fa i senatori a vita Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia avevano lanciato un altro appello per l’approvazione della legge.
Cosa prevede la legge sul biotestamento
Il disegno di legge approvato dalla Camera prevede che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito senza il consenso libero e informato del paziente. Il consenso informato può essere acquisito con qualunque strumento che permetta all’interessato di esprimere la propria volontà. Ogni persona maggiorenne e capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi terapia o di revocare, in qualsiasi momento, il consenso prestato. Tra i trattamenti che è possibile rifiutare entrano anche la nutrizione e l’idratazione. Il medico curante potrà opporre l’obiezione di coscienza, ma in tal caso il paziente ha diritto a rivolgersi a un altro medico. Tra le altre misure, c’è il divieto di accanimento terapeutico e il libero accesso alle cure palliative. La legge introduce anche le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat): in previsione di futura incapacità di autodeterminarsi, il soggetto può esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, compresi il consenso o il rifiuto a idratazione e nutrizione artificiali.