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Bando Vivi lo Sport 2021: sport e disabilità

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La Regione Lazio, nel mese di ottobre 2021, ha pubblicato il bando “Vivi lo sport 2021”. Con l’obiettivo generale di tutelare e sostenere l’attività sportiva tra tutti i cittadini, l’avviso pubblico in oggetto voleva, in particolare, sostenere lo sport tra i cittadini con disabilità.

I partecipanti: requisiti

Il bando della Regione Lazio era diretto alle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche che svolgessero attività sportiva paralimpica. Queste, dovevano essere anche affiliate alle:

  • FSNP, ovvero le Federazioni sportive nazionali paralimpiche;
  • DSAP, Discipline Sportive Associate Paralimpihe;
  • DSP, Discipline Sportive Paralimpiche.

Altro requisito d’accesso, prevedeva che tali Associazioni e Società, fossero iscritte al registro nazionale tenuto dal Coni.

Per l’esercizio finanziario 2021, erano previsti 100.000 euro. In particolare, la Regione, nel bando precisava di contribuire alle spese ammissibili per un totale del 70%. Le società e le associazioni, avrebbero dovuto compartecipare ai costi, nella misura del 30%.

Il bando, inoltre, precisava anche il fatto che avrebbe preferito i progetti da realizzare in luoghi pubblici, liberalmente accessibili e che coinvolgessero anche le scuole, di ogni ordine e grado, comprese le Università.

Sport paralimpici: quali sono

Per iniziare, con il termine sport paralimpici si intende indicare tutte le manifestazioni sportive nelle quali competono atleti con disabilità principalmente di tipo fisico.

Ripercorrendo la loro storia, se ne può trarre l’origine nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Si voleva dare risposta, in quel periodo, alle esigenze delle persone rimaste vittime delle guerre civili e militari.

Gli sport paralimpici, divvenero al tempo una parte integrante del percorso riabilitativo. Uno dei più grandi esponenti di questo approccio alla riabilitazione fu Ludwing Guttmann. Fu proprio lui ad organizzare delle competizioni sportive per atleti disabili in carrozzina.

I primi giochi paralimpici si tennerro nella città di Roma nel 1960.

L’organizzazione dei giochi: tipo di disabilità

Per comprendere l’organizzazione dei giochi paralimpici, bisogna specificare che agli stessi accedono persone con disabilità:

  • fisica;
  • visiva;
  • intellettiva.

Nella disabilià fisica rientrano rientrano diverse tipologie di disabilità:

  • potenza muscolare;
  • movimento ridotto;
  • perdita o deficit di un arto;
  • differenza di lunghezza delle gambe;
  • struttura bassa;
  • ipertonia;
  • atassia;
  • atetosi.

La suddivisione in categorie serve a determinare con quali altri atleti si entra in competizione e a quali manifstazioni sportive si può partecipare. Ci sono, però, alcuni sport ai quali possono partecipare diverse categorie di atleti parlampici come il ciclismo.

I giochi paralimpici, poi, possono essere ulteriormente suddivisi in giochi invernali ed estivi. Fra quelli estivi troviamo, per esempio, la pallacanestro in carrozzina, la pesistica paralimpica, la scherma in carrozzina, il tennis in carrozzina, la vela e il triathlon paralimpico, atletica leggera paralimpica. Fra quelli invernali troviamo invece: curling in carrozzina, sci alpino e di fondo paralimpico, curling in carrozzina, hockey su slittino, biathlon paralimpico, parabob e parasnowboard.

Per la partecipazione ai giochi, gli atleti sono impegnati annualmente nell’attività di preparazione alla competizione sportiva. Delle volte, però, vi sono delle difficoltà relative all’inadeguatezza delle strutture nelle quali si preparano.

Ve ne sono alcune, infatti, ancora non del tutto idonee all’accesso delle persone con disabilità, tanto da richiedere, talvolta, l’intervento dei privati per poter acquistare dei dispositivi in loro ausilio. Fra l’altro se delle volte è possibile acquistare dei dispositivi di seconda mano, ricercando per esempio montascale prezzi usato, delle altre volte, è necessario raccogliere una somma ingente per poter acquistare dispositivi nuovi.

Conclusioni

Tutti hanno diritto a praticare sport senza alcuna limitazione d’accesso. Affinché questo si possa avverare però, è necessario che la società tutta colga una nuova sfida: quella di orientare lo sguardo alle esigenze altrui e garantire eque opportunità a tutti i cittadini.

 

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