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Bambino Gesù di Roma: un unico donatore ‘salva’ tre vite, trapiantati anche due reni in un bimbo di sei anni

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Lisa Federico, morta per errori grossolani da parte dei medici del Bambino Gesù
Tra domenica e lunedì, il giorno in cui si celebrano i Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, sono stati effettuati 4 trapianti di organi all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. I chirurghi dell’Ospedale hanno trapiantato un cuore, un fegato e due reni, tutti provenienti da un unico donatore, in quattro pazienti in lista di attesa. Gli interventi hanno richiesto la partecipazione, complessivamente, di circa 40 medici, infermieri, operatori e tecnici sanitari. Tutti i pazienti sono ora in buone condizioni.
 

Bambino Gesù di Roma: le operazioni

Il trapianto di cuore ha richiesto 14 ore – dall’alba di domenica 28 giugno fino al tardo pomeriggio – e l’intervento di un’équipe composta da 15 professionisti del Dipartimento Medico-chirurgico di Cardiologia Pediatrica. La paziente, di 21 anni, era già stata trapiantata da piccola, 11 anni fa, a causa di miocardiopatia dilatativa. Era però poi andata incontro a un rigetto cronico, motivo per cui era stata rimessa in lista d’attesa per un nuovo trapianto.

Tra domenica e lunedì, il gruppo della struttura complessa di Chirurgia epato-bilio-pancreatica e del Programma di trapianto di fegato, nell’ambito del Dipartimento chirurgico del Bambino Gesù, ha invece portato a termine due trapianti di rene e uno di fegato. Il fegato è stato impiantato a un ragazzo di 19 anni, affetto da acidemia propionica, che attendeva in lista da circa 9 mesi. L’intervento, della durata di 11 ore, è stato eseguito con l’ausilio della circolazione extracorporea.

due reni, invece, sono stati trapiantati in un bambino di 6 anni affetto da sindrome emolitico urenica, in lista d’attesa da 13 mesi, e in un ragazzo di 17 anni in lista di attesa da 9 mesi e affetto da insufficienza renale cronica da nefropatia da IgA. I due interventi sono durati rispettivamente 7 e 6 ore. Il secondo è stato realizzato con l’ausilio della macchina di perfusione renale extracorporea per una migliore e più lunga conservazione dell’organo. Sono stati coinvolti più di 25 professionisti tra chirurghi, anestesisti, rianimatori, strumentisti, radiologi, tecnici radiologi, nefrologi, epatologi, coordinatori trapianti, infermieri camminatori e autisti.

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