Avrebbe dovuto pagare oltre 2mila euro per un’autocertificazione falsa, ma è stato assolto. È successo a un 24enne che era stato fermato l’anno scorso a marzo a Milano durante i controlli per arginare l’epidemia di Covid.
Il giudice Alessandra Del Corvo ha deciso che il fatto non sussiste perché in questo caso non c’è nessuna norma che obblighi a dire il vero. Non solo. Se anche vi fosse, finirebbe con essere in contrasto con il diritto di difesa del singolo.
Il legale del giovane, l’avv. Maria Erika Chiusolo, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Mentire sull’autocertificazione non è perseguibile penalmente: il caso
Questo il caso specifico. «Il decreto prevedeva una multa penale di 2.550 euro, il ragazzo mi aveva riferito che aveva la documentazione per provare che stava realmente andando al lavoro, quindi decidiamo di fare ricorso», ha spiegato Chiusolo.
«Durante l’udienza io produco questa documentazione, ma nella sentenza il giudice non entra neanche nel merito della motivazione, dice semplicemente che nel nostro ordinamento giuridico manca una norma che obblighi a dire la verità in questi atti», prosegue il legale.
«Il giudice richiama anche le autodichiarazioni sui redditi per poter richiedere ad esempio una casa popolare. In quel caso se si danno dei dati sbagliati ci sono norme per essere puniti penalmente, in questo caso invece no. Dunque il fatto di mentire nell’autocertificazione non può essere punito penalmente, può arrivare solo la sanzione amministrativa se c’è uno spostamento non giustificato», chiosa l’Avvocato.