Proseguono gli accertamenti sulla tragica scomparsa di Camilla Canepa, la giovane di 18 anni di Sestri Levante morta in Liguria pochi giorni dopo aver fatto la prima dose di AstraZeneca a seguito di una trombosi al seno cavernoso. Un caso che ha scosso indubbiamente l’opinione pubblica e spinto nuovamente il Ministero della Salute, su indicazione del CTS, a rivedere l’utilizzo di fatto del siero anglo svedese (frutto delle ricerche Pomezia/Oxford) nell’ambito della campagna vaccinale.
Pochi minuti fa è arrivata, a questo proposito, l’Ordinanza del Ministro Roberto Speranza che ha ratificato quanto già anticipato ieri e cioè che d’ora in poi AstraZeneca sarà destinato soltanto agli Over 60 anche per chi deve ricevere soltanto la seconda dose. Una decisione destinata comunque a far discutere con diverse persone, si veda nel Lazio, che si sono già dette contrarie alla cosiddetta vaccinazione eterologa, ovvero il “mix” di vaccini.
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Morte Camilla Canepa: sua malattia non presente nella scheda vaccinale
Intanto nuove rivelazioni sono giunte dal caso della morte della 18enne. Come rivelato oggi da Il Corriere della Sera la ragazza non avrebbe indicato le sue patologie nella scheda/liberatoria fornita al personale medico che ha poi eseguito la vaccinazione. In particolare la ragazza soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare una malattia che provoca, tra gli altri, un abbassamento delle piastrine (indicata come segnale d’allerta per chi deve sottoporsi al vaccino AstraZeneca).
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Ebbene, secondo il quotidiano questo passaggio sarebbe stato omesso il giorno dell’open day nella scheda sottoposta al medico vaccinatore (sequestrata poi dal NAS), lo scorso 25 maggio, quando la 18enne si era messa in coda per vaccinarsi all’Open Day. Non solo. Stando alle prime ricostruzioni la ragazza avrebbe iniziato nei giorni successivi all’inoculazione una terapia con altri due farmaci (uno a base di ormoni, l’altro di estrogeni) che secondo quanto ha spiegato una fonte sanitaria vicina alla vicenda comporterebbero un rischio trombotico.
Per questo adesso l’inchiesta predisposta dalla Procura di Genova dovrà far luce su quale sia stata la reale causa del decesso dando un “ruolo” a questa sequenza di interazioni, dalle patologie, alla prima dose di AZ arrivando ai farmaci assunti dopo il vaccino. La giovane, lo ricordiamo, era stata sottoposta a due delicati interventi per la rimozione del trombo e per ridurre la pressione intracranica lo scorso 5 giugno, dopo un primo ricovero in Ospedale avvenuto due giorni prima a cui seguirono tuttavia le dimissioni. Il 10 giugno poi il tragico epilogo con la notizia della sua morte.