Critica la situazione, a Roma, in vari asili della capitale: l’assenza delle maestre non viene rimpiazzata dalla presenza di una o più supplenti. Se, per motivi di salute o familiari, una maestra manca, il Comune è tenuto a incaricare una supplente per sostituire la collega. Purtroppo questo meccanismo non sempre funziona, creando disagi ai genitori degli alunni, e agli insegnanti stessi. Quando l’educatore manca i bimbi vengono sistemati nelle altre classi, che però possono accogliere un massimo di venti alunni. Se, per esempio, dovesse mancare la maestra di una classe di ventidue bambini, due di loro – per forza di cose – verrebbero tagliati fuori.
Per ovviare al problema, la scuola diventa una vera e propria giungla: chi riesce ad arrivare per primo può rimanere e, raggiunto il numero massimo di bambini per insegnante, gli alunni vengono lasciati nei corridoi, o riportati a casa – creando un disagio non indifferente ai genitori che lavorano. Una corsa contro il tempo, quindi, ingiusta tanto quanto evitabile.
Inutile il sollecito in Comune, da parte delle Direttrici delle malcapitate scuole: la situazione sembra non cambiare. I genitori, nel frattempo, pensano di protestare per far rivalere i diritti dei loro bambini, ma anche di chi ha l’incarico di educarli.