Sequestro di persona e lesioni personali. Sono queste le accuse con cui un cittadino marocchino di 34 anni, domiciliato presso il complesso “Le Salzare”, fu arrestato dai Carabinieri della Stazione di Marina Tor San Lorenzo nel 2014.
La segnalazione ai militari giunse proprio dalla vittima, una giovane romena di 20 anni, la quale affermò di trovarsi reclusa nell’abitazione dove, da circa 7 mesi, viveva con il suo convivente, di cui porta in grembo il figlio.
L’immediato intervento dei Carabinieri, con la collaborazione dei Vigili del Fuoco, consentì la liberazione della donna.
ARDEA, UNA STORIA DI VIOLENZE E ABUSI
In casa, i militari hanno poterono effettivamente constatare l’effettivo stato di segregazione della donna nonché accertare la presenza sul corpo della vittima di segni ed abrasioni, soprattutto su gambe e braccia.
Non solo: i Carabinieri, durante la perquisizione dell’abitazione, scoprirono anche gli oggetti – un cavo elettrico e un bastone – con cui il 34enne marocchino era solito malmenare la giovane. Considerate le circostanze, la donna fu portata agli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno per gli accertamenti e le cure del caso.
I militari, attraverso un’immediata attività investigativa, ricostruirono quei mesi di violenze fisiche e psicologiche a cui fu costretta la 20enne, alla quale per almeno tre mesi fu impedito di uscire e di avere relazioni con l’esterno.
L’ARRESTO, POI LA FUGA DAL CARCERE DI VELLETRI: OGGI LA CONDANNA
Ma la storia, purtroppo, non finì lì. Una volta giunto presso il carcere di Velletri riuscì però a scappare nonostante le manette ai polsi; la sua fuga però non durò molto: resosi probabilmente conto di non essere in grado di sostenere una latitanza si costituì chiamando egli stesso i Carabinieri e facendosi poi trovare tre giorni dopo sul Lungomare delle Sirene a Torvaianica.
Per quel tentativo di evasione, l’allora 34enne è stato oggu condannato ad un anno di reclusione; per le violenze sulla compagna l’uomo aveva ottenuto invece due anni e quattro mesi.