Non si fermano gli arrivi nella zona dei 706 ettari del terreno di uso civico delle Salzare, ovvero i terreni trasferiti dal demanio dello Stato al comune di Ardea – con delle clausole di salvaguardia – affinché l’amministrazione comunale lo alienasse a quanti ci hanno costruito sopra sia abitazioni che attività commerciali. Purtroppo però la questione, anche in questi ultimi anni sotto la Giunta Savarese, è rimasta sostanzialmente ferma e inalterata rispetto al passato (qui gli ultimi sviluppi che avevamo raccolto).
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I problemi però sono contingenti. Da qualche tempo a questa parte infatti stanno aumentando le carovane di nomadi che si installano sul territorio senza alcun tipo di autorizzazione. Queste carovane, come si evince dalle foto, si moltiplicano sempre più e i controlli non bastano. L’ultimo insediamento, di qualche settimana fa, era stato controllato dai Carabinieri ma non si era andati oltre il semplice raccoglimento delle generalità. Il problema è che addirittura alcuni hanno iniziato a costruire vere e proprie abitazioni, servendosi di acqua attinta dai pozzi artesiani per mezzo di energia elettrica allacciata non si sa come. Ardea sta dunque diventando sempre più un “campo nomadi”, e non soltanto nella zona comunale delle Salzare ma in diversi quartieri, come ad esempio presso il complesso immobiliare delle Salzare sul lungomare degli Ardeatini anch’esso di proprietà comunale.
Queste zone, sia terreni che appartamenti diventano terra di “nessuno” con gravi disagi per i villeggianti (regolari), e per la cittadinanza, oltre che all’economia che vede in zona svendere le abitazioni e giungere in loco persone di un ceto medio basso se non bassissimo. Senza contare che a molti abitanti di queste aree non viene per legge concessa alcuna residenza se non nella casa comunale, e questo comporta che non possono essere effettuati i ricongiungimenti familiari, e ottenere il medico di famiglia e forse neppure iscrivere i figli a scuola.
Insomma una “zona da terzo mondo” dove le discariche abusive anche di materiali tossico-nocivi di rifiuti vari proliferano e costano al Comune ingenti spese di bonifica. Intanto alcuni consiglieri comunali hanno assicurato di far inoltrare interrogazioni parlamentari e regionali per la risoluzione del problema oltre che organizzarsi per chiedere un incontro con il Prefetto di Roma, mentre altri cittadini di chiedere al noto avvocato Francesco Falco del Foro di Velletri di presentare un esposto in Procura a Velletri, in merito ai fatti dei nuovi insediamenti che sembrano essere diventati la succursale del campo rom di Castel Romano.