Continua la telenovela sul caso dell’ex Dirigente Comunale Giovanni Cucuzza, al centro di una vicenda politico giudiziaria che si trascina ormai da oltre 10 anni. La storia più che nota, riguarda le accuse di una prova copiata proprio da Cucuzza in merito alla quale il secondo classificato all’epoca del concorso (era il 2009), Francesco Giovinazzo, decise di far ricorso vedendosi poi, a distanza di anni, riconosciuto il diritto a prendere quel posto.
Ma dato il suo trasferimento altrove – considerando il tempo intercorso per le varie udienze fino alle sentenze – Giovinazzo aveva rinunciato al posto chiedendo soltanto il risarcimento, poi accordato in circa 50mila euro, per il quale il Comune di Ardea aveva perfino rinunciato a fare ricorso.
Sull’altro versante, cioè quello del posto da Dirigente, la questione era rimasta però aperta: a chi spettava infatti il posto da Dirigente al Comune? Per il Comune rutulo di certo non a Cucuzza considerando che nel 2019 lo ha poi rimosso definitivamente dall’organigramma comunale andando a rettificare, tramite Determina, la graduatoria di nove anni prima al fine di ripristinare gli esiti corretti, o presunti tali, del concorso. Un atto, com’era prevedibile, che era stato nuovamente impugnato da Giovanni Cucuzza e sul quale due giorni fa si è espresso il Tar.
Caso Cucuzza ad Ardea: la (nuova) sentenza del TAR
Ebbene ora, dopo svariati pronunciamenti, compresi quelli del Tar e del Consiglio di Stato che avevano di fatto riconosciuto il plagio della prova incriminata, ne arriva uno ulteriore, nuovamente dal TAR, anche se su un capitolo inedito. Ricordiamo infatti che Cucuzza, nonostante le sentenze, ma complice la rinuncia del secondo classificato, era rimasto al suo posto.
Almeno fino a tre anni fa, quando il Comune di Ardea, come visto, aveva deciso di dargli il benservito. Ma il Tribunale Amministrativo – al termine di una lunga sentenza visionabile qui per intero (clicca qui per leggere il documento) – parla ora di un “un potere (ovvero l’annullamento in autotutela della graduatoria) che avrebbe dovuto essere esercitato in termini ragionevoli, termini che, invece, risultano ampiamente decorsi“. Ma dato che così non è stato “l’Ente deve ritenersi decaduto dall’esercizio del potere di annullamento dei propri atti”.
Savarese: «Chiederemo la sospensiva e ci rivolgeremo al Giudice ordinario»
Il Sindaco Mario Savarese, interpellato sulla vicenda, ha così commentato la notizia: «E’ paradossale assistere a tutto questo. Nonostante le sentenze fin qui emesse adesso ci sentiamo dire che il Comune ha agito in ritardo. Negli anni scorsi, quando peraltro il Dirigente era in carica, nessuno è intervenuto. Ma il danno resta, quindi andremo avanti in questa battaglia giudiziaria ricorrendo contro questa sentenza: serve chiarire la questione una volta per tutte».
In che modo?
«Sicuramente chiederemo la sospensiva della sentenza e poi ci rivolgeremo al Giudice Ordinario come scrive il Tar».
Nessun passo indietro
Ad ogni modo il Comune, come precisato dal Sindaco ai nostri microfoni, non ha “intenzione di arretrare di un millimetro e continuerà a far valere le proprie ragioni”. Tradotto: per quanto riguarda le intenzioni dell’Amministrazione, non c’è alcuna nessuna possibilità che Cucuzza torni al suo posto.
Per il resto si continua a parlare di una vicenda paradossale che si sarebbe dovuta concludere ormai molto tempo fa. Come è possibile infatti che, da un lato, in tutti questi anni, i Giudici abbiano ribadito che il candidato Cucuzza non avrebbe dovuto vincere quel concorso dato che la prova era stata in gran parte copiata, ma dall’altro, considerando anche la rinuncia del secondo classificato e l’apertura del processo parallelo per il suo risarcimento, il Dirigente non solo era rimasto al suo posto e ora, a causa della “burocrazia”, rischia anche di tornarci solo perché il Comune “ha agito con troppa lentezza”?