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Ardea, assistenza educativa ai bambini disabili: vietato abbassare la guardia

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Dopo molta attesa, disperazione e proteste, verrà finalmente ripristinata l’ Assistenza Educativa ai bambini con disabilità, residenti nel Comune di Ardea. Lo ha dichiarato il Sindaco Mario Savarese, il 25 Gennaio scorso, affermando che “il servizio Aec, per gli alunni disabili del territorio, sarà ripristinato al più presto, per tutti quelli che ne hanno diritto, e sarà garantito fino alla fine dell’anno”. La data annunciata è quella del prossimo 5 Febbraio, giorno in cui ogni assistente tornerà ad affiancare il proprio bambino, nel suo percorso di autonomia ed inclusione scolastica. Abbiamo sentito parlare molto di AEC, tanti hanno confuso questo ruolo con quello dell’insegnante di sostegno, senza sapere, a volte, quale ruolo ricoprano davvero queste figure.

Abbiamo deciso allora di approfondire un po’ l’ argomento e di spiegare cosa vuol dire, per un bambino con disabilità, perdere l’affiancamento di questa figura. Intanto, partiamo col dire che esistono disabilità riconosciute con Legge 104 Comma 1 ed altre riconosciute dal Comma 3, quelle considerate gravi disabilità. I bambini tutelati da questa legge possono e devono essere affiancati dalle AEC, come dalle insegnanti di sostegno, se i genitori fanno richiesta alla scuola.

Purtroppo, troppo spesso, le ore di copertura, designate per ciascun bambino, sono di rado sufficienti ad offrire la copertura totale dell’orario di frequentazione scolastica dell’alunno, considerando anche la presenza del sostegno, che dovrebbe anch’essa coprire per legge tutto l’orario di frequentazione scolastica, ma che spesso non può essere a scuola neanche per 25 ore, massimo di ore di cattedra previsto per insegnante. Una copertura, quest’ultima, che spesso molti genitori devono raggiungere avviando un ricorso al Tribunale Ordinario, pagando un avvocato, con la speranza di riuscire ad ottenere una sentenza dopo circa 3-4 mesi dall’avvio del procedimento ed intanto la scuola continua. Questo perché mentre le ore delle AEC sono stabilite dagli organi competenti locali, il sostegno arriva dal Miur; ma torniamo a ciò che è avvenuto ad Ardea.

Cos’è l’Aec?

Cos’è l’AEC e perché l’assenza di queste figure impediva ai bambini (ma non per legge) di frequentare regolarmente le lezioni coi loro compagni? Cosa c’entra in tutto questo il Comune? Citiamo il Ministero dell’Istruzione, che parte proprio dal ruolo degli Enti Locali: “L’integrazione scolastica si avvale anche di figure professionali fornite dagli Enti Locali (Comune o Provincia di residenza dell’alunno). Le modalità di applicazione possono variare in base a diverse disposizioni regionali. Gli ‘operatori di assistenza’ e ‘addetti alla comunicazione’ sono figure professionali, nominate dagli Enti Locali, presenti a scuola, a supporto dell’alunno con disabilità, per consentirgli di frequentare le lezioni in modo adeguato. La figura di Operatore di Assistenza è riferita prevalentemente agli alunni con disabilità di tipo fisico e conseguenti problemi di autonomia, l’Addetto alla Comunicazione si occupa degli alunni con disabilità sensoriale. L’organizzazione di questi servizi può però essere anche molto diversa nelle varie regioni d’Italia. Essi hanno principalmente il compito di consentire all’alunno di fruire dell’insegnamento impartito dai docenti. Seguono solo lo specifico alunno e non hanno nessuna competenza sul resto della classe. (…) Il compito dell’Operatore di Assistenza è chiamato anche di Assistenza Specialistica per distinguerlo dall’Assistenza di Base affidata ai collaboratori scolastici”. Non si tratta, quindi, solo di una mera figura atta a “portare al bagno il bambino”, frase che si è molto diffusa in questi giorni tra chi non vive certe realtà o non le conosce fino in fondo. Si parla di una figura specialistica, che deve lavorare per lo sviluppo delle autonomie del bambino, aiutandolo nel percorso di inclusione nel mondo della scuola, da un punto di vista sociale, personale, ma anche didattico, ovvero, aiutandolo nella fruizione degli insegnamenti impartiti dai docenti. C’è da dire che questa figura e quella dell’insegnante di sostegno, ben distinte tra loro, di solito si alternano durante l orario scolastico, al fine di dare maggior copertura al bambino o almeno così dovrebbe essere, perché in molti casi le dinamiche didattiche interne agli istituti ed alle società di servizi, cui fanno capo le assistenti, troppo spesso non coincidono con le reali necessità del bambino, come ci hanno raccontato molte mamme. Si assiste, quindi, alla mancanza di una copertura oraria sufficiente oppure a casi di compresenza, che poi lasciano il bambino senza alcuna figura se non quella dell’insegnante curriculare, tanto da costringere i genitori a prendere o portare i bambini in orari accordati con la scuola, che in questo modo si spoglia di eventuali responsabilità.

Naturalmente si tratta di casi estremi, ma purtroppo esistenti in questo panorama così complesso ed articolato. È quello che è accaduto ad Ardea, dove, venendo meno la copertura oraria delle AEC, i bambini sarebbero rimasti a scuola senza la dovuta assistenza, con evidenti problemi anche in termini di sicurezza. Quello che traspare parlando con le famiglie, concludendo, è che bisogna lottare anche per quei diritti che sono già garantiti dalla legge, ma che gli stessi enti locali e ministeriali, lo stesso Stato, che quelle leggi le ha promulgate e che dovrebbe difenderle, spesso non rispettano. La vicenda dell’interruzione del servizio AEC ad Ardea ha acceso un faro su problematiche non nuove per questo territorio. Già in passato le AEC erano state più volte al centro di scioperi e rivendicazioni ed ora si è arrivati a toccare il fondo. Il commissario prefettizio aveva già interrotto il servizio, ripristinandolo poi in seguito alla protesta dei genitori e di chi li ha sostenuti in questa lotta, ma lo stesso aveva già annunciato che a Gennaio si sarebbe arrivati all’interruzione.

Ora grazie ai fondi comunali il servizio sarà coperto fino a fine anno, ma non basta. La luce non deve spegnersi, perché già tra Marzo ed Aprile le scuole sapranno già di che coperture avranno bisogno, anche in funzione delle nuove iscrizioni, e tutti gli Enti competenti dovranno farsi trovare pronti. Se il Miur, ad esempio, offrisse la copertura totale dei sostegni, si potrebbe alleggerire la richiesta di copertura oraria delle Aec, ci spiegano alcuni genitori, nonostante si tratti di due figure diverse. In conclusione, lo scarica barile di queste settimane non potrà essere accettato, perché solo collaborando si potrà garantire quanto sancisce la nostra Costituzione, che molti non conoscono o hanno dimenticato: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

C.S.

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