E’ una delibera che farà discutere a lungo, quella che va a ridisegnare la gara d’appalto per la gestione della raccolta dei rifiuti urbani a Pomezia. Dopo l’annullamento deciso dal Comune – con conseguente quanto ovvio ricorso da parte della ditta vincitrice, la Etambiente S.p.A. (Capogruppo) – ATI società cooperativa (Mandante) – il 16 novembre la Giunta (assente solo l’assessore Federica Castagnacci) si riunisce alla presenza del Vicesegretario comunale, il dirigente Giovanni Ugoccioni, per deliberare la nuova gara. Ma noi non ci focalizziamo tanto sulla gara in sé, quanto su alcuni punti “di contorno” che rendono la vicenda molto particolare.
Il Segretario Comunale non presenzia
Alcuni giorni prima della riunione di Giunta che ha portato alla delibera e quindi alla nuova gara di appalto, infatti, il Segretario Comunale, la dottoressa Nadia Iannotta, attraverso una nota che sarebbe stata inviata all’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) avrebbe affermato che le motivazioni addotte dalla società toscana vincitrice della gara d’appalto poi annullata sarebbero ampiamente motivate nei fatti ed in diritto, chiedendo di interessarsi al caso e laddove lo ritenga provveda di conseguenza. Questo significa che, secondo il Segretario Comunale, la vicenda sarebbe certamente da attenzionare. Poi, confermando così di fatto la sua contrarietà alle scelte della Giunta, non ha presenziato alla riunione – dove invece era presente il Vicesegretario Giovanni Ugoccioni – non prendendo così su di sé alcuna responsabilità formale riguardo l’atto.
La spaccatura e la risposta del Sindaco
Questo sottolinea una netta spaccatura tra l’operato della Giunta e quello del Segretario Comunale in merito alla gestione di questo appalto: perché la dottoressa Iannotta si sarebbe sentita in dovere di rivolgersi addirittura all’Autorità Nazionale Anticorruzione per esprimere il suo giudizio? In merito ci siamo rivolti al Sindaco Adriano Zuccalà che al momento però ha preferito non affrontare “direttamente” la questione. Questa ad ogni modo la sua risposta a domanda precisa: “L’ente si è determinato, come di consueto, a tutela della cittadinanza con le motivazioni già rese note. La ditta partecipante alla gara ha ritenuto di di avviare un procedimento giudiziario e l’Ente ha esposto le sue ragioni, su questo siamo in attesa dell’esito del TAR. Le valutazioni sugli endoprocedimenti verranno fatte a margine dell’espressione dei giudici. Siamo certi, invece, che il nuovo servizio di raccolta porta a porta dovrà essere migliore di quello attuale è raggiungere l’obiettivo di superare l’80% di raccolta”.
Al Tar
L’altro aspetto da evidenziare è proprio quello del ricorso al Tribunale Amministrativo. Il 24 novembre era fissata al Tar l’udienza per la camera di consiglio riferita al ricorso presentato dall’Etambiente contro l’annullamento della gara disposto dal Dirigente: sarebbe stato utile attendere di sapere le decisioni dei giudici prima di mettere in piedi un’altra gara (ed evitare ulteriori spese legali in caso di sconfitta, a questo punto probabile a fronte di quanto illustrato dal Segretario Comunale). Invece no, la Giunta ha deciso di ribadire l’annullamento della precedente procedura. E allora il 24 l’Etambiente decide di chiedere ai giudici un rinvio per poter formulare un ricorso aggiuntivo anche nei confronti della recente delibera della Giunta Comunale relativa proprio alla gara d’appalto appena indetta. La richiesta è stata accolta e la nuova camera di consiglio è stata fissata già per il prossimo 17 dicembre.
Il TAR si è comunque pronunciato sul diniego del Comune alla richiesta di accesso agli atti formulata da Etambiente, disponendo che il Comune produca entro 10 giorni le istanze pervenute da circa 29 utenze non domestiche che hanno chiesto di uscire dalla gestione pubblica. Etambiente aveva formulato accesso agli atti per acquisire i già menzionati documenti e poter verificare la fondatezza di una delle motivazioni poste a base del provvedimento di annullamento della procedura. Il Comune aveva trasmesso invece solo il codice contribuente e il numero di protocollo dell’istanza, affermando che tali dati fossero più che sufficienti. Viceversa, Etambiente ha contesto che il Comune con la propria risposta ha fornito dati evasivi e non sufficienti, non indicando, per esempio, né la categoria di utenza, né la dimensione, né la data di trasmissione dell’istanza, tutte informazioni determinanti per poter verificare la fondatezza della motivazione utilizzata dal dirigente per giustificare l’annullamento della gara. Etambiente ha invece insistito per ottenere i documenti richiesti e potere verificare se effettivamente le 29 utenze non domestiche che hanno chiesto di uscire dalla gestione pubblica possano avere una effettiva incidenza sul piano economico della procedura.
Il TAR ha accolto la richiesta di Etambiente ordinando al Comune di produrre – entro dieci giorni – le istanze ricevute. “A questo punto – afferma Etambiente attraverso l’Ing. Schirru – potremo verificare se effettivamente 29 utenze non domestiche che hanno fatto istanza per sottrarsi alla gestione pubblica possano effettivamente incidere sul piano economico della gara; è evidente che c’è di certo differenza, ad esempio, se si tratta di 29 barbieri ovvero di 29 grandi aziende grandi come può esserlo un ipermercato, un maxistore di bricolage o una fabbrica. In ogni caso nutriamo qualche perplessità…se si considera che difficilmente 29 utenze (per quanto grandi) possano avere un’incidenza sulla quantità di rifiuti prodotti dall’intera popolazione e dalle migliaia di ulteriori utenze non domestiche, che invece continueranno a essere gestite dal sistema pubblico”.
Sentenza in tempi lunghi
Ma i tempi per una sentenza definitiva saranno comunque lunghi, così come quelli della nuova gara: nel frattempo la raccolta dei rifiuti continuerà ad essere svolta dalla ditta uscente, già in proroga da 20 mesi, ovvero da quando è scaduto il precedente appalto. Chi ci guadagna da tutto questo? Il Comune, tra le motivazioni utilizzate per disporre l’annullamento della gara, ha richiamato soprattutto quella del risparmio.
Da Il Corriere della Città – DICEMBRE 2021