Rimangono gravissime le condizioni dell’Operatrice socio sanitaria di 66 anni che è stata colpita nella giornata di ieri da un’emorragia celebrare massiva mentre era di servizio nel reparto di ortopedia dell’Ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno (dove lavorava da 27 anni).
La donna era stata trasportata d’urgenza al San Camillo di Roma per poi far ritorno, da quanto si apprende, nuovamente al nosocomio anziate in data odierna.
Un dramma reso ancor più complicato dall’infarto occorso al compagno della donna (anche lui dipendente dell’ospedale Riuniti) una volta saputa la notizia. La 66enne soffriva di vari problemi di salute (cardiaci e ipertensivi) ed era rientrata al lavoro dopo mesi di riposo. Le mancava solo un anno per andare in pensione.
LA PROTESTA DEI COLLEGHI
Subito è scoppiata la protesta dei colleghi, sconvolti e arrabbiati dopo l’accaduto. Attraverso i loro rappresentanti sindacali denunciano turni di lavoro lunghi stressanti (la donna era nel bel mezzo di un doppio turno), personale sottodimensionato e avanti con l’età. “Siamo continuamente costretti a turni massacranti – hanno rivelato alcuni colleghi ad un giornale locale – doppi turni praticamente sempre e non ci fanno fare i tripli turni solo perché la legge li vieta espressamente. Ci sono milioni di cose da fare, le persone da assistere e non si arriva mai. La situazione è logorante “I colleghi, tramite i sindacati, chiedono condizioni di lavoro adeguate almeno per la donna, se dovesse tornare all’ospedale.