Sei milioni di euro: è questa la cifra, non indifferente, che la Giunta della Regione Lazio aveva destinato ai comuni del litorale al fine di aiutarli nella gestione delle spiagge libere, in vista di un’estate di cui ora restano gli ultimi scorci, caratterizzata dalle restrizioni dovute al protrarsi dell’emergenza sanitaria.
“Un investimento importante – aveva dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – che permetterà ai comuni di avere risorse fondamentali per garantire l’accesso in sicurezza a tutti i cittadini sulle spiagge del nostro litorale. Dobbiamo far ripartire il turismo, ma lo dobbiamo fare continuando a tenere alta l’attenzione, perché il virus – è bene ricordarlo – non è ancora sconfitto. Per questo ci vuole la collaborazione di tutti: istituzioni e cittadini”.
Il caso: Le Grotte di Nerone ad Anzio
Questa la teoria, la pratica invece è ben diversa. Si segnalano infatti atteggiamenti poco rispettosi verificatisi nel tratto di spiaggia “Le Grotte di Nerone” ad Anzio. Nonostante questa località balneare sia territorio protetto e pertanto caratterizzata da specifiche regole circa la tutela del territorio nonché la pubblica sicurezza, si ricordi che la zona è a rischio erosione, i bagnanti continuano, purtroppo, a farsi beffe di tutto ciò: camping, arrampicate sono infatti all’ordine del giorno e c’è pure chi si “diverte” a prelevare pezzi di tufo. Questi atteggiamenti non solo costituiscono un pericolo per la propria ed altrui incolumità, ma manifestano anche una scarsa attenzione verso le esigenze del proprio territorio. Ancora più intollerabile è la mancanza di interventi di protezione e soprattutto la totale assenza di controlli da parte delle autorità competenti che incentivano i bagnanti ad autoregolamentarsi, finendo spesso per contravvenire alla regole, come testimoniano le foto scattate oggi in spiaggia: addirittura c’è chi campeggia e chi fa arrampicata.