Quando si verifica una tragedia – come quella avvenuta due giorni fa a Torvaianica dove un’anziano è stato travolto e ucciso da un’auto – c’è sempre l’altra faccia della medaglia di cui, spesso, ci dimentichiamo.
Come se non bastasse infatti il dolore per la persona scomparsa, chi “resta” deve convivere con ciò che è successo. E così sono ore maledettamente difficili per il ragazzo, non ancora 21enne, che la sera di domenica 20 luglio era alla guida dell’auto che ha colpito, uccidendolo, l’anziano di 77 anni.
Ancora non sappiamo l’esatta dinamica dell’incidente ma oggi il papà del ragazzo ha affidato ai social uno straziante messaggio che vogliamo riportarvi.
Incidente mortale a Torvaianica: «Non vogliamo compassione ma almeno non giudicate»
La prima cosa contro cui si scaglia il papà sono i messaggi delle persone. Purtroppo in quest’era digitale tutti si sentono in diritto di aprire la casella dei “commenti” e sputare sentenze. Succede per ogni cosa, dai temi d’attualità, alle tragedie come questa. A volte basterebbe riflettere prima di digitare, ma i social ci danno l’illusione di poter fare qualsiasi cosa come se dall’altra parte non ci siano persone reali, con sentimenti reali, con dolori reali.
E questo caso di cronaca non fa differenza. Il papà li chiama «i vostri maledetti commenti» e non è difficile immaginare perché. Giovane, auto, investimento, uguale a droga, alcol, alta velocità. L’equazione, a prescindere da come siano andate effettivamente le cose anche in questo caso (alcuni parlano talvolta senza nemmeno prendersi la briga di fare un click e leggere almeno come si siano svolti i fatti), è quasi sempre semplice e immediata.
«Mio figlio non è scappato», vuole precisare il papà. «Sta vivendo un dramma. E’ una cosa che si porterà dietro per tutta la vita».
Il dramma nel dramma: «Mi dice ‘che campo a fare’».
«Mio figlio andava piano. Non si droga, non è alcolizzato, non si fa le canne. Non voglio che ci compatiate ma almeno non giudicate se non sapete realmente come sono andate le cose». Conclude il messaggio.