“Non sono un terrorista, non sono latitante”. Queste le prime parole di Atef Mathlouthi, il tunisino ricercato da ieri per una segnalazione su possibili attentati a Roma, alla redazione del programma «Chi l’ha visto?» di Rai 3.
L’uomo, rintracciato in Tunisia, ha poi proseguito: “La polizia tunisina mi ha interrogato tutto il giorno. Denuncio tutti!”.
Sulla pagina ufficiale Facebook del programma appare poi il commento della nipote dell’uomo: “È stata tutta una menzogna, questo pover’uomo è mio zio, dicono che lo cercano a Roma, mentre oggi la polizia tunisina l’ha trovato a lavorare in Tunisia, dove ha passato tutta la giornata a farsi interrogare dai poliziotti. Tutto ciò è stato causato da una lettera anonima inviata da una persona che gli voleva troppo male. Non voglio accusare nessuno. Però a parer mio la polizia italiana ha agito troppo velocemente, senza prima avere delle certezze. In 24 ore mio zio si è ritrovato su tutti i telegiornali del mondo con l’accusa talmente grave di fare parte dell’Isis e di voler fare un attentato a Roma, mentre poverino stava lavorando a Tunisi per portare da mangiare alla sua famiglia. Spero che tutto ciò si risolva e che mio zio riceva le scuse dovute”.
Sulla vicenda faranno ora chiarezza anche gli inquirenti italiani a cui è giunta la segnalazione di allarme.