“Mi ha detto che doveva buttare via il mio telefono, così non mi trovavano più. Che mi stava portando al cimitero, che mi avrebbe violentato e poi ucciso”. Il dell’aggressione subita dalla titolare dell’Arca di Rita, l’Associazione animalista di Nettuno, è drammatico. Sulle mani ha ancora i segni dei morsi, mentre sulle ginocchia le ferite per essersi buttata dall’auto in corsa per sfuggire al 36enne che l’aveva fatta salire in macchina con la forza. L’incubo della donna inizia dieci giorni fa, quando una donna rumena chiede a Rita di far lavorare suo figlio.
I precedenti penali del giovane
Rita accetta di far lavorare l’uomo. Ma non sa che ha precedenti penali. I primi giorni passano sereni, poi lui una sera si presenta ubriaco, le urla contro e la minaccia. Rita si rivolge alle forze di polizia, segnala l’episodio e lo manda via. Lui inizia a perseguitarla, si presenta al lavoro, si presenta vicino casa, la implora di riprenderlo all’Arca, poi la minaccia ancora. Lei lo manda via ogni volta che si presenta e lui ogni volta ritorna. Ieri, però, arriva l’aggressione.
Il giorno dell’aggressione
L’intervento delle forze dell’ordine
Lunedì scorso la Presidente del rifugio per cani l’Arca di Rita Onlus è stata rapita e picchiata selvaggiamente. L’uomo dopo quasi averle staccato le dita a morsi ha ucciso a mani nude la sua cagnolina Mina. Rita da anni si occupa dei randagi di Anzio, Nettuno e di altri comuni limitrofi con impegno dedizione e grande amore. Rita adesso si trova ricoverata all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina in condizioni psicologiche e fisiche devastanti.
Le amiche, le animaliste e Simona Caggia moglie di Pier Paolo Piccioli oltre ad esprimere solidarietà e sgomento per quanto è accaduto alla povera Rita stanno raccogliendo dei fondi per il suo rifugio. Per chi volesse partecipare alla raccolta può inviare una donazione a:
L’arca di Rita , IBAN: IT26V0501803200000016741993
Il comunicato sulla pagina Fb Arca di Rita
https://www.facebook.com/245124135571631/posts/4405458086204861/?d=n