Epilogo per l’ennesimo dramma consumato tra le mura domestiche. Vittima nuovamente una minore, costretta per 6 anni – stando a quanto ricostruito nel processo gli abusi sarebbero iniziati quando la bambina aveva appena sei anni e sarebbero proseguiti fino ai dodici – a subire le “attenzioni” dello zio. Di certo non un “uomo” (un orco? Un mostro?) ma in grado di imprigionare nel silenzio l’ennesima anima innocente: un muro insormontabile costruito giorno dopo giorno con lusinghe e minacce, il tutto per “proteggere il loro segreto”.
Poi la fine dell’incubo: la bambina, oramai adolescente, che decide di confidarsi raccontando tutto all’istruttore di palestra. Quindi l’inizio del calvario giudiziario, con una svolta inattesa nella ricostruzione dei fatti: in questa storia di abusi sarebbe stata coinvolta infatti, secondo l’accusa, anche la madre che avrebbe avuto un ruolo di responsabilità nel mantenere nascosto il tutto, salvo poi scoprire che anche lei, da giovanissima, era finita vittima del fratello. Insomma, quasi due generazioni di abusi e violenze psicologiche culminate oggi in una sentenza di nove anni e quattro mesi (contro i 15 chiesti dall’accusa) per lo zio orco; la mamma – per la quale erano stati richiesti dieci anni – è stata invece assolta. A riportare la vicenda il Messaggero.